Ambiente, paesaggio, cultura: contributi per progetti culturali

Wassup?

La Camera di commercio finanzia la progettazione di un’iniziativa  in linea con “Paesaggio a colori”, piano strategico culturale del Verbano Cusio Ossola. Domande entro il 13 dicembre 2013.  Bando e info su http://www.vb.camcom.it/Tool/News/Single/view_html?id_news=730

Paesaggio a colori e’ un’iniziativa sviluppata nel 2012 da Camera di commercio e Provincia, insieme al Distretto dei Laghi e con il contributo di Fondazione Cariplo. Hanno partecipato 80 rappresentanti di associazioni culturali, enti ed istituzioni pubbliche, comuni e comunità montane, associazioni di categoria e sono stati 1.500 studenti delle superiori.

Durante un anno di lavoro sono emersi punti di forza e debolezza, criticità ed opportunità del sistema culturale locale. Ma soprattutto sono state individuate e condivise priorità e modalità per raggiungerle

Foto Wassup? – di Charlie Stinchcomb su Flickr


ROSA? NO, ABBIAMO BISOGNO DI QUOTE AZZURE

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Alle superiori, solo 4 prof. su 10 sono uomini, meno di 3 su 10 alle medie. Insegnanti, baby sitter, assistenti di direzione: tutte donne o quasi. Sì, le quote azzurre servono. Si laureano piu’ femmine che maschi: ahi, anche all’Università servono le quote azzurre? Purtroppo se i ragazzi si laureano di meno e’ perche’ ne hanno meno voglia. La differenza fra quote rosa e quote azzurre e’ tutta qui.

Gli uomini sono assenti perche’ non vogliono, non perche’ non riescono ad esserci!

La buona notizia e’ che la situazione migliora, lentamente.

The good news is we are making progress, but very slowly

                                                  Saidia Zandi – World Economic Forum

Lentamente migliora nel mondo, lentamente migliora in Italia.

L’Italia resta al 71° posto su 136 Paesi presi in esame dal World Economic Forum – una delle piu’ autorevoli voci nel mondo in materia di analisi economiche e sociali.  Recuperiamo qualche posizione rispetto al 2012: piu’ donne in politica. Sarò mica un effetto quote rosa?

La nostra esperta Cinzia Gatti ha preparato  una sintesi dei dati mondiali, italiani e della provincia del VCO:  la trovate su slideshare  .Ne abbiamo parlato a “Donne per la sostenibilità” il 15 novembre.

I NUMERI

I dati servono: innanzitutto per vedere la realtà come e’, non come ci piacerebbe che fosse.

Senza dati, ci sentiamo un pò come nel paese dei bugiardi. Il paese inventato (inventato?) da un uomo che ha avuto voglia di fare anche il maestro:

In quel paese nessuno /diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:

la bugia era obbligatoria.

Quando spuntava il sole/ c’era subito uno pronto/ a dire: “Che bel tramonto!”

                                                                                                                                                            Gianni Rodari – Il Paese dei bugiardi

Nel Verbano Cusio Ossola 1 impresa su 4 è governata da donne. Prevalgono turismo, dove quasi la metà delle imprese sono governate da donne, e commercio.

Il contributo delle donne all’economia provinciale e ai settori trainanti dell’economia provinciale e’ evidente. Tutto bene? No.

Le donne sono piu’ della metà dei cittadini (51%) e poco meno del 60% dei residenti laureati. Eppure  nel VCO il tasso di disoccupazione femminile e’ 3,6 punti percentuali piu’ di quello maschile.  Moltissime le donne scoraggiate  che abbandonano il mercato del lavoro. Il tasso di inattività femminile tra i 35-44 anni,  passa dal 17% nel 2011 ad oltre il 25% nel 2012.

E LA POLITICA?

Sono poche donne le  sindaco nel Verbano Cusio Ossola: 9 su 77 comuni.  Ancora meno le donne presenti in Giunte e Consigli comunali: risultati ben al di sotto delle medie regionali e nazionali.

Questi e molti altri dati li trovate nel bilancio integrato 2012 della Camera di commercio: contiene un primo bilancio di genere.

Detto altrimenti:

I temi posti dalle donne, la loro responsabilità, concretezza, il loro senso immediato di ciò che è primario, la loro vicinanza alla vita, la loro idea di economia di  crescita e di sviluppo NON ENTRANO NELLE AGENDE POLITICHE

                                                                                                                                                                                                                                    Pieranna Margaroli – imprenditrice

 Della stessa opinione la Premier Neozelandese Hellen Clark : ne abbiamo parlato sulle nostre pagine facebook qui.

Sono opinioni, per quanto autorevoli. Ma rispecchiano i numeri.

Nelle Camere di commercio le quote rosa sono state appena introdotte: oggi il 7% dei componenti di Giunta e’ donna. Prima erano il 2%.  Nessuna donna e’ Presidente di Camera di commercio. Ci sono solo due Vicepresidenti donna: una e’ Vittorina Prina, nel VCO.                                                                                Monica Onori – Unioncamere

                                                                                                                                                                                                                                             

Nelle società quotate sono state imposte le “quote rosa”. Oggi le donne sono piu’ presenti nei Consigli di amministrazione, ma sono

 appena l’11,8%. (erano il 6,8 prima della legge)  la situazione peggiora se si guarda ai ruoli ricoperti dalle donne: il 2,3% sono Presidenti del Cda e meno del 4% sono Amministratore Delegato                                                                                                                                                                                         http://www.linkiesta.it/donne-cda 

I dati dicono, sull’interpretazione si corre. C’e’ chi si arrovella, chi strilla:  piu’ donne nel cda = piu’ redditiviità. No, piu’ donne nel cda=piu’ propensione al rischio!.

E’ davvero necessario chiedersi e indagare cosa porta una donna in un cda? Cosa portano gli uomini con gli occhi verdi? E quelli con i calzini corti?

Ma che domande vi fate, ci facciamo?  Le donne non sono nei consigli di amministrazione, non sono dove si decide e questa e’ una stortura. Punto.

QUOTE AZZURRE? UN SUGGERIMENTO

6971031213_26ed7805da_zBoneyard_1Chiediamo le quote azzurre: alle simpaticissime feste scolastiche e di compleanno, in attesa nella sala d’aspetto del pediatra e del medico che visita genitori e zii,  a cercare parcheggio vicino alla scuola o all’asilo e così via. Su, via:  il mondo e’ bellissimo perche’ e’ fatto di tanti colori. Altrimenti e’ monotono.

LAVORIAMOCI SU, ALLORA.

La realtà e’ quella che e’: va cambiata. Lavoriamoci su. Mettiamo insieme i colori. Non e’ sempre necessario immaginare grandi cose: può bastare pensarle diverse.

Anche una sciarpa può essere concettuale: una riga al giorno, dell’identico colore del cielo: sky scarf Le cose a volte sono piu’ facili di quel che sembra,  come la sciarpa indossata da Steve West :  il modello gratis lo trovate qui.

L’ha disegnato proprio lui, Steve West: anche gli uomini ci riescono, se vogliono


Donne per la sostenibilità: collaboriamo? Il 29 novembre il primo evento dedicato all’economia collaborativa

http://flic.kr/p/9fPtsT

C’e’ il coworking  e le warmshowers, il crowd funding e il carpooling.  Ci sono molte nuove imprese: di giovani e di donne. Sul coworking trovate un post qui  , le docce calde sono per i cicloturisti, la raccolta di fondi per le buone idee, il carpooling per muoversi spendendo e inquinando meno. Tutte vogliono dire: fiducia, voglia di stare insieme e collaborare.

Sharitaly e’ un grande evento dedicato all’economia collaborativa. Al mattino  vengono presentate  due ricerche, dell’Università Cattolica e di Duepuntozero Research. Al pomeriggio confronto fra start up, grandi imprese, enti pubblici e società civile.  Il progamma qui  http://www.sharitaly.com/programma-sharitaly.php.  Da leggere questo articolo di Marta Maineri, fondatrice di Collaboriamo!

Secondo gli organizzatori, l’economia collaborativa o sharing economy e’:

“un nuovo modello economico, capace di rispondere alle sfide della crisi e di promuovere forme di consumo più consapevoli basate sul riuso piuttosto che sull’acquisto e sull’accesso al bene piuttosto che sulla proprietà”

Voi che  ne dite? La foto  e’ “share some LOVE” – by Antony Cain su Flickr


Come un albergo può risparmiare soldi riducendo il consumo di acqua

Con nuovi erogatori per le docce, ad esempio, si risparmiano quasi 3 mila euro. E molta acqua! Tutto  in questo articolo di  Adriano Nuccilli, responsabile sostenibilità SGM Conference Center:  Come un albergo può risparmiare soldi riducendo il consumo di acqua


Turismo e arte: nasce il Coworking alla Città dell’Arte di Biella

terzo-paradisoFondazione Pistoletto ,Viaggi e Miraggi e Movimento Lento lanciano  un progetto di coworking in uno spazio prestigioso: la Città dell’Arte creata a Biella dall’artista Michelangelo Pistoletto.

L’obiettivo è quello di condividere uno spazio lavorativo anche con professionisti e aziende attive nello slow tourism. Open day il 16 novembre: Cittadellarte-Fondazione Pistoletto – News.


Cosa c’è alla fine del mondo?

Angel by peasap

Angel by peasap

UNA POESIA

Ci vuole, ogni tanto. E chi si aspettava folgori e lampi, non sia deluso.

Il giorno della fine del mondo – di Czesław Miłosz

Il giorno della fine del mondo
L’ape gira sul fiore del nasturzio,
il pescatore ripara la rete luccicante.
Nel mare saltano allegri delfini,
Giovani passeri si appoggiano alle grondaie
E il serpente ha la pelle dorata che ci si aspetta.

Il giorno della fine del mondo
Le donne vanno per i campi sotto l’ombrello,

L’ubriaco si…………………..

Per sapere cosa c’è alla fine del mondo e gustarvi la bella versione video guardate farsi leggere , il sorprendente blog di Francesco Vignotto, che parla di comunicazione, web, filosofia, scienza..

Tantissime belle foto di peasap su http://www.flickr.com/photos/peasap/


DA DOVE VENGONO LE BUONE IDEE? ancora sulla creatività

Steven Johnson illustra la nascita delle idee in questo bel video di 4 minuti:

Le idee hanno necessità di incontrarsi

Le intuizioni devono collidere con altre intuizioni, dice Johnson

spesso quel che trasforma una idea in una cosa di successo e’ un’altra intuizione che ronza nella testa di un’altra persona

La creatività e l’innovazione richiedono anche il confronto, lo scambio, il mescolarsi.

Servono quindi degli spazi dove questo possa avvenire. Il web, certo : sempre disponibile, gratuito o quasi, si trova tutto e tutti. Ma non basta. I caffe’ letterari sono stati un sistema che connetteva idee ed intuizioni.

Idee ed intuizioni, certo, ma teniamo conto anche del sincero piacere di incontrarsi, ri-trovarsi, fare parte di una comunità che ci riconosce, divertirsi e scoprire il piacere di condividere. Qualcosa che ha a che fare anche con la libertà , anche quella di sbagliare. Questione di cuore, sì a volte mi ripeto. Se non e’ bello, se non c’e’ gioia ne’ piacere, perche’ farlo?

La creatività e’ (anche) una questione di spazio

Ne L’ultimo teorema di Fermat Simon Singh racconta la passione che richiede la soluzione di un problema matematico e descrive un ambiente straordinario, l’Isaac Newton Institute di Cambridge:

“Il solo scopo dell’esistenza di quell’istituto e’ di riunire le piu’ grandi intelligenze del mondo..allo scopo di discutere e tenere seminari avanzati di ricerca (…) …

l’edificio e’ progettato in maniera particolare per favorire la collaborazione e lo scambio di idee degli accademici.

Non ci sono corridoi chiusi dove ci si possa occultare.. I matematici vengono invitati a passare il tempo” nell’area comune.

Viene favorita la collaborazione anche quando ci si sposta nell’istituto: l’ascensore, che mette in comunicazione i tre piani, contiene una lavagna. In ogni stanza dell’edificio c’e’ almeno una lavagna, bagni compresi (!)

C’e’ il coworking ne abbiamo già parlato qui, citando l’esperienza di TAG e di Davide Dattoli, imprenditore di 22 anni. Dopo di noi ne parla anche Repubblica, in un lungo articolo del 6 agosto:

Il vero valore aggiunto di questo formula e’ di riunire le persone e i rispettivi talenti.

Se io sto tutti i giorni in un ambiente dove mi dicono che non ho speranze certo che mi rassegno. Ma se mi circondo di ragazzi pieni di idee che stanno provando a realizzare, cambia tutto.

Certo, e’ impegnativo e rischioso: quando le idee girano, poi di chi sono? E chi le usa e ne trae utilità ed utili?

“non avendo invenzioni da brevettare i matematici.. sono fra le persone meno gelose dei loro lavori. La comunità dei matematici e’ orgogliosa di avere uno scambio di idee libero e aperto …” Simon Singh

L’innovazione e’ – in estrema sintesi – la capacità di usare idee a fini di lucro. Concorrenza perfetta e innovazione vanno in direzioni diverse – così insegnano. Poi siamo umane, ci piace anche farci dire brave, ogni tanto (se l’idea non ce la ruba il solito signore magari piu’ dotato di noi ma di certo piu’ bravo a farsi vedere).

L’idea eccola qui

Possono esserci altri spazi e sistemi, diversi dal coworking o paralleli: occasioni e luoghi fisici dove le persone si incontrano, raccontano la propria esperienza, condividono quel che sanno e quello che hanno imparato con l’esperienza e ascoltano e rispondono a chi meno sa e vorrebbe sapere, a chi a delle idee ma non sa bene, a chi e’ piu’ giovane o giovanissimo e allora gli spazi son tutti presi o sono un po’ ghetti (solo per giovani, solo per quelli che no eccetera). Troppo spesso non ci accorgiamo di quanto sappiamo e di quanto potrebbe interessare ad altri.

Che ne dite? Ah, mi raccomando: ricordatevi che l’idea e’ anche un pò mia…

Annamaria Testa

Io invece dico grazie ad Anna Maria Testa, la signora della creatività – Liscia, gassata o Ferrarelle? – che mette a disposizione quel che sa: il video di Johnson lo trovate qui e tantissimo altro sul suo Nuovo e Utile . Non vi titilla la papilla?

 


IL GENIO DELL’UOVO – brevi note per la creatività

Nella  Pala di Brera,  Piero della Francesca dipinge nel 1472  un uovo,  sopra la Madonna con Gesu’ bambino. La perfezione geometrica mette in luce la semplice e naturale perfezione dell’uovo. L’uovo e’ notoriamente simbolo  della nascita e della ri-nascita: per questo lo portiamo sulle nostre tavole in questi giorni. L’uovo di struzzo dipinto e’ anche un  simbolo della verginità, fin dal mito di Leda e Zeus.  Dall’ uovo di Brera Achille Castiglioni  ha creato 500 anni dopo una famosa lampada, la “Brera” appunto. Dal mito greco al rinascimento italiano:  ma solo Achille Castiglioni ne ha fatto un oggetto nuovo, utile, bello.

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L’uovo di Brera mi è tornato in mente ammirando al Forum di Omegna www.forumomegna.org, la storia dei casalinghi del Cusio.  Una tappa di questa lunga storia e’ la collaborazione fra produzione e design.  Ad esempio, con “La Cupola”, caffettiera designata da un altro grande creativo, Aldo Rossi .  Ispirato dalla Cupola di S. Gaudenzio di Antonelli a Novara.  Un oggetto nuovo, utile, bello che riflette l’estro di un singolo e la storia dell’architettura italiana.

CREATIVITA’ = NxU 

Lampada e  caffettiera  sono esempi di creatività secondo la definizione del matematico francese Poincaré ( per intero la trovate sul bellissimo sito di Annamaria Testa tutto dedicato alla creatività e che prende titolo dalle parole di Poincare’  http://nuovoeutile.it). Per Poincare’ la creatività stabilisce:

” un legame tra elementi noti da tempo, ma fino ad allora sparsi e in apparenza estranei.. Inventare consiste proprio nel non costruire le combinazioni inutili e nel costruire unicamente quelle utili, che sono un’esigua minoranza”

A partire da qualcosa che esiste (il dipinto da Piero della Francesca, la Cupola di S. Gaudenzio) faccio nascere qualcosa di nuovo, utile e bello – che assolve la sua funzione con semplicità ed armonia:

“La creatività per me è realizzare qualcosa che modifica l’esistente. Non è necessariamente l’invenzione di qualcosa di nuovo, ma deve necessariamente apportare una variazione, utile all’uso di ciò che già esiste. Forse è semplicemente la necessità di modellare l’oggetto al nostro pensiero per esprimere il nostro io”

Daniela – chef

COME SI DIVENTA CREATIVI?

Certo, questi sono grandi creativi: facile, per chi ha talento e grande conoscenza, trarre stimoli e spunti dal passato e dal paesaggio locale.  Ma noi, comuni mortali, come si fa a diventare creativi? Beh, ci sono un sacco di manuali e blog sull’argomento…

Partiamo  proprio da qui: punto primo innanzitutto sapere, conoscere.

La conoscenza e’ indispensabile: per legare gli elementi devono essere noti, conosciuti.  Una conoscenza fatta di studi e di “sapienza” trasmessa oralmente – come quando si impara un mestiere da chi lo sa. Niente lampada, caffettiere, cupola o dipinto senza avere studiato e imparato. Ce l’ha raccontato anche Roberta Manganelli; ha studiato e imparato lavorando, innanzitutto.

Punto secondo: la creatività e’ una caratteristica fondamentale della Natura e della natura umana. Siamo creativi come specie . Creiamo continuamente: ci adattiamo all’ambiente, cerchiamo e troviamo nuove soluzioni ai problemi. Alcuni, pochi, sono geni o quantomeno creature dotate di straordinario talento.  Ma la creatività e’ di tutti, chi più e chi meno.  Il meno  dipende molto dall’ambiente in cui viviamo e lavoriamo  e – sorpresa!- da noi stesse.

MA IO NON MI FIDO

Il primo ostacolo alla nostra creatività siamo noi. Molte donne che ritengo creative dicono “io non mi sento creativa, non lo sono per niente”. Vale anche per molti uomini.

Gia’ a sentirla, la parola creatività, vien magari da fare un passo indietro. Un peccato: lampada e caffettiera mostrano che la creatività e la cultura sono vita: vivono e devono vivere con noi e accanto a noi, ri-crearsi e ri-crearci, in tutti i significati.

Facciamo così’: togliamo di mezzo quella parolona e parliamo di approccio creativo.

Avere un approccio creativo significa ricercare soluzioni ai problemi, per verificare se si può fare meglio o risolvere ciò che finora e’ sembrato irrisolvibile o fare qualcosa di nuovo. E’ legato a una profonda fiducia: la fiducia che le cose possano cambiare, la fiducia nel cambiamento. E la fiducia in se stessi: la fiducia di poter trovare soluzioni ai problemi. Se non si può cambiare, se non si pensa di poterlo fare, se non c’e’ fiducia, niente approccio creativo. E sì, ci vuole anche coraggio.

CORAGGIO, AMICHE E AMICI

Fiducia, coraggio: bei concetti, ma poi come si fa?

“Non si nasce con il coraggio: coraggiosi si diventa”

Dice Oscar Farinetti, Presidente di Unieuro e fondatore di Eataly in questa intervista.  Per lui, il coraggio lo abbiamo anche grazie agli amici:

“Stare insieme ti dà molto coraggio….L’amicizia e’ micidiale: riuscire a costruire una cosa insieme e’ una cosa meravigliosa, perche’ e’ un successo condiviso.. Io non ho mai fatto niente da solo”.

Fare insieme quindi: vale per le imprese come per gli artisti.

Diciamo che ci sono fondamentalmente due tipi di atti creativi. Diciamo che ci sono gesti per così dire “semplici” e altri più complessi . “Semplice” e’   la scrittura. Al Forum di Omegna mi ha molto colpito l’ammirazione  di un creativo a proposito di un manufatto in legno

“Lavori e in pochissimo tempo quello che avevi in mente lo realizzi”

Lampada e caffettiera hanno richiesto collaborazione strette per passare dall’idea al disegno al protipo alla produzione. Senza bravi costruttori, carpentieri e chissà chi altro niente S. Gaudenzio. Non si tratta di distinguere fra ideazione e realizzazione. E’ che il designer lavora insieme alla produzione, l’ascolta, ne riceve spunti e consigli..

Qui serve la collaborazione e ancora di più l’amicizia.

Se ascoltate questa musica cliccando qui magari ve ne innamorate: esprime emozioni e sentimenti lievi, delicati, allegri.

E’ un brano de “L’Arciduca”.  Beethoven lo compose per l’ amico, allievo e mecenate Arciduca Rodolfo.  Beethoven era un uomo dal carattere non facile. Ebbe grandi amici, che lo sostennero in una vita ricca e spesso dolorosa. L’Arciduca e’ stata composta da un uomo già afflitto dalla sordità: il grande pianista, il grandissimo compositore divenne sordo e continuò a vivere e comporre. Scrisse toccanti parole:

“O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me! Non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un’apparenza […] pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, che medici incompetenti hanno peggiorato”.

L’amicizia si vede del resto proprio in quei momenti lì. E la forza creativa, ci insegna Beethoven,  è anche tenacia.  Capacità di resistere agli inevitabili fallimenti e di ricominciare da capo quando si è sbagliato – come nella corsa

MA SERVE?

Ma, alla fine, perche’ avere un approccio creativo?

  1. E’ utile, ci aiuta a risolvere i problemi. Per questo la Natura ci ha fatti creativi: non saremmo altrimenti sopravvissuti come specie.  Le imprenditrici e gli imprenditori, chi lavora in autonomia e’ creativo  per definizione (Schumpeter). E’ quando ci si ferma che…
  2. E, poi, ci rende felici:

“Qualche volta mi sento utile a qualcuno, partecipe di qualche processo  collettivo.

Quando capita, avverto una sensazione di soddisfazione e compiacimento per aver favorito lo sviluppo di qualcosa grazie alla mia presenza, alle mie proposte, alla mia azione”.

Paolo Rizzi – Università Cattolica