Turismo e arte: nasce il Coworking alla Città dell’Arte di Biella
Pubblicato: novembre 7, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, creatività e innovazione, lavoro, lavoro e famiglia, sostenibilità | Tags: co-working, collaborazione, conciliazione, creatività, impresa, lavoro autonomo, lavoro creativo Lascia un commentoFondazione Pistoletto ,Viaggi e Miraggi e Movimento Lento lanciano un progetto di coworking in uno spazio prestigioso: la Città dell’Arte creata a Biella dall’artista Michelangelo Pistoletto.
L’obiettivo è quello di condividere uno spazio lavorativo anche con professionisti e aziende attive nello slow tourism. Open day il 16 novembre: Cittadellarte-Fondazione Pistoletto – News.
Arriva a Stresa il Giro d’Italia in rosa
Pubblicato: novembre 4, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, lavoro | Tags: impresa, lavoro autonomo, lavoro creativo, mettersi in proprio 6 commentiPer la prima volta il Giro d’Italia in rosa fa tappa a Stresa! Appuntamento il 14 NOVEMBRE per parlare di
DONNE e SOSTENIBILITA‘.
Imprenditrici e rappresentanti del sistema territoriale parleranno di sostenibilità e porteranno la propria esperienza su turismo, responsabilità sociale e cibo. Scarica qui il programma in pdf donne e sostenibilità .
Il filo conduttore del 6^ Giro d’Italia in rosa e’ il turismo. Per questo la tappa e’ organizzata da Comitato imprenditoria femminile e Camera di commercio in collaborazione con Lago Maggiore Meeting Industry e Lago Maggiore Green Meeting (le loro pagine web qui e qui).
Il Lago Maggiore per primo in Italia si è posto l’obiettivo di proporre meeting e congressi eco sostenibili, con il marchio Lago Maggiore Green Meeting. Insomma, il giro d’Italia in rosa a Stresa sarà anche un pò verde.
La partecipazione e’ a numero chiuso; per iscriverti:
Il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa si svolge ormai da anni. Quest’anno si parte da Napoli e poi via:, Monza, Stresa, Nuoro, Livorno, Brindisi, Trento, Forlì-Cesena e Latina saranno il teatro di eventi, incontri ed approfondimenti. Si parlerà di turismo e dei settori collegati come enogastronomia, made in Italy, artigianato. Focus sui dati piu’ aggiornati, sul rapporto tra imprenditoria femminile e turismo, sui trend della domanda e dell’offerta turistica, sulle nuove professionalità. La manifestazione e’ stata ideata da Unioncamere e dai Comitati per la promozione dell’Imprenditoria Femminile . I dettagli sulle altre tappe sono qui.
FINANZIAMENTI per imprese e occupazione femminile – domande entro il 30 novembre 2013
Pubblicato: ottobre 16, 2013 Archiviato in: azienda artigiana, finanziamenti, formazione, lavoro | Tags: assunzioni, formazione, impresa, inserimento lavorativo, selezione del personale, trovare lavoro Lascia un commentoFinanziamenti a fondo perduto per l’occupazione femminile | Dols Magazine.
La ricetta taglia costi
Pubblicato: settembre 3, 2013 Archiviato in: chi me l'ha fatto fare?, interviste | Tags: cambiamento, costi aziendali, flessibilità, impresa, mettersi in proprio 2 commentiCome si fa a tenere i costi sotto controllo? Come e cosa tagliare?
Tre imprenditrici ci raccontano, senza ipocrisie, la loro esperienza. Attenzione quindi: questo post potrebbe non piacervi.
Sono ben 3 le ricette che vi proponiamo, non una sola.
1. Menu’ classico: faccio meglio quel che so fare bene, faccio fare ad altri il resto.
Questa ricetta è in tutti i manuali, pardon ricettari: ci sarà un perchè! Si chiama anche innovazione + outsourcing: vediamo come funziona in pratica.
Ce lo racconta Sara Erba, industriale del settore moda.
“Controllare i costi è un impegno delicato, non basta tagliare, bisogna tenere conto di mille sfumature ed equilibri per non perdere qualità e flessibilità.
Gli interventi sono diversi a seconda che si tocchi la produzione o l’amministrazione&gestione.
In produzione non posso agire più di tanto sui costi del personale. Abbiamo decine e decine di lavorazioni, solo alcune standardizzate: e’ necessaria una conoscenza approfondita sia dei materiali che del processo produttivo . Quando ci siamo rivolti a lavoratori con contratti a tempo determinato o agenzie interinali il risultato è stato pessimo.
Ciò che facciamo è cercare di rendere più snelle le lavorazioni introducendo sempre nuovi strumenti, macchinari, procedure produttive e di controllo dei flussi interni dei magazzini.
E’ paradossale: spendiamo x spendere meno.
Potremmo ridurre i costi facendo fare da altri, in outsourcing, alcune lavorazioni, ma i costi di trasporto arrivano ad incidere notevolmente. Inoltre siamo specializzati in collezioni personalizzate medio/piccole, affidarci all’esterno e’ spesso antieconomico.
Nell’amministrazione invece un’interessante riduzione dei costi è stata fatta dando in outsourcing la contabilità, la gestione del personale, le manutenzioni etc. e snellendo il più possibile struttura e procedure.”
Quella di Sara e’ una realtà tipica del made in Italy. Qualità elevata, assicurata soprattutto dal “sapere fare” di alcune persone. E’ un’azienda di piccole dimensioni, una decina i dipendenti: eppure anche qui e’ possibile innovare prodotti e processi e tagliare quei costi che non riguardano il “cuore” dell’impresa.
2. Cucina fusion: domanda flessibile, risposta flessibile, lavoro flessibile.
Certi piatti son così: si prendono cose che esistono e si combinano, cercando nuovi equilibri.
Ad esempio, anziche’ tagliare i costi , si trasformano: da costi
“fissi”a costi “variabili”.
Sono fissi i costi che dobbiamo sostenere anche se non abbiamo clienti. L’affitto, ad esempio, e’ un costo che non dipende dalla quantità prodotta. Altri costi variano a seconda di quanto produciamo: produciamo tot. marmellata, abbiamo un costo xy per frutta e zucchero. Piu’ marmellata, piu’ frutta e zucchero… (per le puriste/i : sì, l’aumento-diminuzione dei costi variabili non e’ necessariamente proporzionale al variare della quantità prodotta, tutte le economie di scala riducono sensibilmente l’incidenza di certi costi etc.).
Elisabetta Grassi, imprenditrice del turismo, ha necessità di collaboratori altamente qualificati e “fidelizzati” (anche selezione e formazione del personale sono un costo) e l’esigenza di non avere a busta paga troppo personale quando ci sono meno clienti.
“Nell’alberghiero il numero dei lavoratori aumenta in modo direttamente proporzionale al numero dei clienti. Che purtroppo sempre piu’ spesso prenotano all’ultimo momento.
Uno dei modi più efficaci per ridurre i costi in questo momento è quindi avere meno lavoratori a contratto, anche stagionali, e usare i famosi vouchers, che permettono elevata flessibilità.
Abbiamo sempre messo al primo posto la professionalità dei collaboratori, garanzia di servizio ad alto livello, con contratti a tempo indeterminato per chiunque meritasse il giusto riconoscimento per professionalità e fedeltà.
La nostra sensibilità non è cambiata, nel senso che riteniamo i collaboratori importanti tanto quanto un’ottima struttura. Purtroppo però le modalità sono necessariamente cambiate.
Oggi preferiamo premiare i dipendenti non con contratti a tempo indeterminato, ma in termini di retribuzioni. Alla fine il costo non diminuisce di molto, ma la flessibilità sì e in questo momento la flessibilità è una variabile fondamentale.
E’ chiaro poi che in un momento di incertezza come questo i nostri budget vengono tenuti sotto controllo a brevissimo periodo, così come il magazzino e le previsioni di fatturato. Siamo così passati a budget e rendicontazioni mensili invece che semestrali.”
3.Cucina molecolare: quel che conta e’ il risultato
Daniela De Angelis, è imprenditrice in un settore particolare, il marketing operativo. Si occupa proprio di questi servizi che, come ci ha detto Sara al punto 1, le imprese esternalizzano.
“Io ho ragionato sull’efficienza e sulla produttività, investendo in strumenti e formazione.
I nostri collaboratori non sono misurati a ore ma a performance e come tale sono remunerati. Sono stati introdotti elementi di flessibilità significativi.
Per contro l’azienda investe in formazione, coinvolge le risorse direttamente sui progetti del cliente e sul budget delle commesse. Un altro elemento positivo per l’efficienza e la produttività e’ stare vicino alle persone, per coinvolgerle, motivarle ed incentivarle.
Tutti stiamo soffrendo i contratti di lavoro di vecchia concezione. Lo dimostrano i numeri degli interinali e il successo dei voucher.
Di fatto i contratti lunghi da parte dei clienti non esistono più, e quindi i costi di contratti a tempo indeterminato non sono sostenibili né si giustificano nei mercati.
Non ci sono ricette, ma ci vuole coraggio e innovare le regole. Si deve ragionare per commessa.
I servizi come manutenzione, amministrazione, IT , sempre più vengono esternalizzati dalle aziende. Ma si tratta di commesse a termine: creano lavoro, ma lavoro che deve avere la stessa logica”
E se al caffe’ i conti non tornano? – una postilla.
Le scelte di queste imprenditrici sono comprensibili e razionali e tengono conto delle persone che lavorano con e per loro. Tra l’altro tutte e tre si sono messe in gioco, dicendo cose anche “antipatiche”: anche per questo le ringrazio. Le loro ricette sono un mix di ingredienti adatti al loro specifico settore, alle caratteristiche della loro organizzazione e ad uno scenario di incertezza e cambiamento..
Flessibilità e’ una delle parole pìu’ usate.
E questo mi ha fatto pensare che
quello che e’ razionale per il singolo individuo e’, forse, irrazionale per il sistema.
Se passiamo dalla singola impresa a un livello piu’ generale, maggiiore flessibilità significa anche meno soldi da spendere/investire e quindi, ad esempio, meno consumi (alcune analisi economiche dicono che in Italia negli ultimi anni e’ andata così). E’ piu’ difficile per i singoli immaginare il proprio futuro – e non poter vedere un futuro ha riflessi anche sull’economia. E può portare a maggiore disuguaglianza, cioe’, indipendentemente dal sistema di valori cui ciascuna/o di noi fa riferimento, problemi socio-economici da gestire.
la foto di LALI MASRIERA su flickrUna riflessione, la mia, sui paradossi dell’economia, su come sia difficile trovare le soluzioni (e a volte, persino dirle!).
B&B: IMPRESARIE DI CASA PROPRIA
Pubblicato: Maggio 17, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, chi me l'ha fatto fare?, interviste, lavoro e famiglia | Tags: capacità, fasi di lavoro, impresa, motivazione, tempo 2 commentiE’ il Bed & Breakfast la parola vincente, la risposta immediata ad una fame di incentivazione turistica che mai come in questo periodo di crisi vuole essere saziata. Sembra una nuova forma di accoglienza turistica invece altro non è che l’applicazione di uno schema semplice attuabile in quasi tutti i contesti abitativi con l’applicazione di poche ma precise regole. Gran Bretagna e Irlanda custodiscono le radici di questo modello di ricezione turistica che nei paesi del Nord Europa ha conosciuto il suo massimo sviluppo. In Italia ha fatto capolino negli anni 90 prendendo piede nelle aree più turistiche di mare e montagna sviluppandosi nel tempo in tutti gli angoli del Paese. Ma, in pratica, come si fa ad aprire un B&B? Cosa serve e cosa va fatto? Innanzi tutto aprire un B&B significa offrire pernottamento e prima colazione. Dal 2001 esiste una legge nazionale che norma queste gestioni ma ogni Regione ha la sua applicazione specifica.
Nella Regione Piemonte?
Innanzi tutto per aprire un B&B non occorre essere residenti nel luogo in cui si trova la struttura che abbiamo scelto. Si può aprire anche in seconde case; l’importante è che il proprietario nel periodo d’apertura conviva nella struttura con i propri ospiti dato che il B&B si basa sul concetto di ospitalità a casa propria.
Bisogna aprire Partita Iva per gestire un B&B?
Il carattere occasionale che contraddistingue l’apertura di questo servizio ne consente l’esclusione. Al Comune in cui ha sede il B&B si deve spedire per via telematica il modello Scia, (Segnalazione certificata di inizio attività) corredato dagli allegati elencati al fondo del modello stesso. Sarà poi il Municipio ad inviare la documentazione a Provincia, Asl e Atl (Associazione turistica locale)All’esterno della struttura verrà posto un logo distintivo dell’attività con il numero di stelle segnale la categoria assegnata all’esercizio, così come avviene per gli alberghi.L’eliminazione delle barriere architettoniche permette di acquisire un alto punteggio di categoria come pure la qualità e quantità di servizi offerti.
Ma di quanto spazio si può disporre?
Non più di tre camere con un massimo di sei posti letto. Sulle dimensioni delle stanze si rimanda alla legge come pure quelle dei servizi igienici che devono essere in prossimità delle camere e/o possono comunicare direttamente, completi di sanitari (con vasca o doccia) e con ventilazione naturale o forzata.
Una volta chiariti questi passaggi va detto che chi apre un B&B deve garantire ai propri ospiti-oltre alla cortesia della modalità di accoglienza che ne definiscono un buon operatore di struttura- semplici norme igieniche quali:
- la pulizia dei locali quotidiana,
- la fornitura di biancheria (compresa quella del bagno) almeno due volte alla settimana oltre che ad ogni cambio cliente.
In riferimento al sevizio della prima colazione (chiamata da alcuni anche piccola colazione) va detto che bisogna garantire la sicurezza dei prodotti che vanno somministrati. La legge vieta la somministrazione di prodotti fatti in casa- come ad esempio una torta- ed impone solo cibi confezionati.
A questo si aggiunge una notifica sanitaria relativa alla sicurezza alimentare dei cibi messi a disposizione degli ospiti che va presentata all’Asl competente.
I prezzi chi li stabilisce?
Le tariffe sono libere e vanno comunicate al Comune ed all’Atl. Si possono effettuare sconti per gruppi o formule di risparmio. L’importante è rispettarle . Il titolare del B&B rilascia all’ospite una semplice ricevuta di quietanza che attesti l’avvenuto pagamento del soggiorno. Chi sceglie di aprire un B&B vive un’esperienza gratificante che avvicina culture, usi e costumi diversi e ne arricchisce i soggetti che si prestano a questa interazione.
Inoltre costituisce una valida integrazione al bilancio familiare. La sua gestione consente di guadagnare ed allo stesso tempo di avere del tempo libero a disposizione. Una proposta interessante per la donna casalinga divisa tra impegni domestici e famigliari.
Donna, lavoro, famiglia e passione. Equazione perfetta?
Pubblicato: Maggio 17, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, chi me l'ha fatto fare?, interviste, lavoro, lavoro e famiglia | Tags: capacità, casa propria, impresa, lavoro autonomo, prima colazione, tempo Lascia un commentoLorella Granzotto, funzionario presso l’Assessorato al Turismo del Comune di Verbania, tra l’impegno professionale e quello famigliare -ha cinque figli e tre nipotini- trova il tempo per gestire un Bed & Breakfast che si chiama “VerdeBlu”.
1. Che studi hai fatto e cosa facevi prima di diventare imprenditrice?
Ho fatto il Liceo Classico e poi Laurea al DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) di Bologna.Ho sempre lavorato per il Comune di Verbania, prima in Biblioteca e poi al Turismo
2. C’è un momento, un’occasione in cui scatta la molla che ci fa decidere: qual’ è stata per te la molla che ti ha fatto dire “voglio fare qualcosa di mio”?
La convinzione che a Verbania ci fosse spazio per modi diversi di ospitalità turistica e la voglia di aprire la propria casa, oltre che agli amici, ad ospiti italiani e stranieri. Le poche soddisfazioni nel lavoro dipendente ma anche le necessità economiche legate al fatto di avere tre figli. E grazie allo stimolo di un compagno che mi ha esortato a credere maggiormente in me stessa.
3. Raccontaci della tua impresa
Ho aperto un’attività di Bed and Breakfast: una camera con il bagno e il giardino. Ho conosciuto gente molto interessante ma l’ho chiusa due motivi: per fare una grande cucina per la nostra grande famiglia e perché ne avevo sottovalutato l’impegno. Recentemente, dopo aver ottenuto il part-time sul lavoro, ho riaperto il B&B in un’altra stanza della casa.
4. Hai iniziato con un capitale tuo o hai ottenuto un finanziamento?
Ho usato qualche risparmio per fare un bagno supplementare (la prima volta) ma aprire un B&B non ha grandi costi. Questa seconda volta ho solo acquistato un letto
5. Raccontaci qualcosa delle persone che lavorano con te.
Tutta la famiglia collabora: mio marito – che ama cucinare – prepara le colazioni, i figli aiutano nell’accoglienza e nelle attività di prenotazione (gestione mail e telefonate), lavaggio e stiratura biancheria.
6. La tua giornata-tipo
Quando ci sono ospiti: sveglia alle 7.30, aiuto nella preparazione della colazione, lavoro in Comune dalle 8.30 alle 14.30, a casa risistemazione stanza e cucina, spesa, gestione mail, accoglienza clienti con suggerimenti per escursioni e per i locali in cui cenare
7. Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato sinora e come le hai risolte, con l’aiuto di chi/cosa?
La cosa più preoccupante è stata affrontare la burocrazia legata all’apertura dell’attività e le incombenze con polizia, statistica, tasse di soggiorno… La promozione non è stata difficile perché ho usato l’esperienza acquisita in ufficio dove avevo già curato materiali promozionali e siti internet; l’accoglienza è una mia dote che ho dovuto solo sviluppare e “professionalizzare”.
8. Cosa ti piace di più di questa attività?
Mi piace il fatto che nessuno mi debba dire cosa fare e il fatto che se lavori bene hai sicuramente un ritorno. Mi piace anche che mi dicano che ho una bella casa, che sono gentile, disponibile e competente. Ho potuto negli anni aiutare altre persone ad aprire l’attività e sono contenta di essere un punto di riferimento al riguardo.
9. C’è chi sostiene che le donne debbono sempre impegnarsi il doppio, per dimostrare quel che valgono. Alcune imprenditrici raccontano invece di non avere avuto particolari difficoltà perché donne. Nella tua esperienza, quale delle due è più vera?
In questo campo essere una donna non è penalizzante. Nei lavori che hanno a che fare con la casa e l’accoglienza tradizionalmente sono le donne che la fanno da padrone!
10. Vantaggi e svantaggi del lavoro in proprio rispetto a quello dipendente
Hai la libertà di sbagliare ma se fai bene il tuo lavoro ne vedi i risultati: in termini di soddisfazione ed anche a livello economico.
11. Ti confronti o lavori insieme ad altre imprese?
Ho fatto parte dell’Associazione Case piemontesi ed è stata un’esperienza molto interessante perché tutti i dubbi che mi venivano all’inizio li potevo risolvere grazie al confronto con altri gestori di B&B; abbiamo anche attivato dei corsi che hanno affrontato tutte le problematiche connesse alla gestione di un bed and breakfast, da quelli fiscali, assicurativi, legali a quelli promozionali, turistici e di accoglienza. Quando vado in giro cerco sempre di alloggiare nelle case dei colleghi in modo da poter scambiare con loro esperienze e prendere spunto per migliorare l’ospitalità.
12. Per sviluppare la tua attività o per lavorare meglio, di cosa senti necessità?
Mi piacerebbe avere più stanze perché spesso devo smistare altrove le richieste che non possiamo soddisfare. Mi sto organizzando per farmi aiutare nelle pulizie e vorrei risolvere anche il lavaggio della biancheria. Vorrei poter mantenere solo la parte dell’accoglienza lasciando ad altri le incombenze “domestiche”. Sentirei anche il bisogno di conoscere meglio le lingue ma questo è un problema che potrei facilmente risolvere vincendo la mia pigrizia.
13. Tre consigli a chi oggi vuole aprire un’attività in proprio
Beh, la mia attività non presenta i rischi di impresa che hanno in genere le attività in proprio. Posso quindi consigliare a tutte le donne che lo desiderano di…provarci! Mal che vada si può sempre smettere e sicuramente sarà stata un’esperienza arricchente. Quello che occorre mettere in conto è il fatto che apri la tua casa agli altri, in genere a persone educate, gentili e piacevoli ma potrebbe capitare anche qualche esperienza sgradevole. L’ospitalità deve essere una cosa che fai volentieri e non ti pesa. E devi sapere che se PRIMA vedendo una bella giornata pensavi ad andare in montagna o al lago DOPO ne approfitterai per fare il bucato e sarai felice che i tuoi ospiti possano andare alle isole!
14. Ti chiedi mai : ma chi me l’ha fatto fare? E come ti rispondi?
Mi sono chiesta chi me l’avesse fatto fare quando lavoravo trentasei ore alla settimana e avevo i figli ancora in età scolare. Infatti ho chiuso l’attività, nonostante funzionasse molto bene, perché il tutto era troppo faticoso. Quando l’ho riaperta l’ho fatto in modo che la cosa non mi pesasse così tanto perché credo che l’accoglienza debba essere prima di tutto un piacere. Ho scelto di essere solo su un portale http://www.bed-and-breakfast.it perché non mi piace avere intermediari. Questo sito promuove l’attività ma lascia che i contatti con gli ospiti siano diretti. Anche quando vado in vacanza utilizzo questo portale che trovo molto serio ed affidabile. Costa Euro 180,00 all’anno e la fattura si può scaricare.
Opportunità per neolaureate/i ed imprese del Verbano Cusio Ossola
Pubblicato: Maggio 14, 2013 Archiviato in: finanziamenti, formazione, lavoro | Tags: all'estero, impresa, inserimento lavorativo, selezione del personale, tirocini, trovare lavoro Lascia un commento- 6 mesi di tirocinio; borsa di studio mensile 500 euro lordi; formazione
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