AL LAVORO DOPO LA MATERNITA’ – Darsi una mano 3

Beautiful womenRientrare al lavoro dopo la maternità o paternità non e’ semplice.  Nel frattempo, fra il prima e il dopo, e’ cambiato il mondo: quello dei genitori e quell’altro,  in azienda e fuori.

 

C’è anche una diffusa cultura “contro” ,  che rende impossibile conciliare lavoro e figli. Se diventi genitore e sei donna, sul lavoro  sembra che hai chiuso, o quasi.  Lo dicono i numeri, ma qui parliamo dei fatti.  Statistiche e dati in un’altro post.

I FATTI

Dopo un’assenza prolungata, il rientro al lavoro e’ di per se’ un trauma:  sono cambiate le procedure, i clienti, i colleghi, la concorrenza, il mercato, i prodotti.  Bisogna ri-adattarsi a orari, tempi, luoghi e modi.

E poi, c’e’ il  nuovo capo: una boss o un boss che strilla, chiama a qualsiasi ora, non sente ragioni e impone mansioni non sempre qualificate o gradevoli… Genitore, At-ttenti!

Un bel casino, chi lo conosce lo sa.   Eppure qualcosa si può fare.

Whirpool, multinazionale che ha una sede a Varese, ha un “programma” per il rientro.

“Welcome back kit” : “bentornata, bentornato – ecco come fare”.

Colleghi e consulenti spiegano cosa e’ successo durante l’assenza, gli aspetti contrattuali legati alla maternità/paternità e come affrontare alcuni punti “critici” – la gestione del tempo, le relazioni con i colleghi dopo il rientro etc.

Piu’ in dettaglio il programma lo trovate qui http://www3.varesenews.it/economia/welcome-back-training-per-le-mamme-un-ritorno-al-lavoro-guidato-276611.html

Whirpool non e l’unica azienda che offre programmi per chi tiene famiglia: PWC offre servizi e assistenza prima, durante e dopo la nascita dei figli. L’intervista al responsabile del personale e’ qui  http://donne.manageritalia.it/2013/11/27/smart-welfare-pwc/    Il linguaggio “tecnico” e’ faticoso, ma comunque bravi anche a quelli di pidabliusì (e all’orgoglioso manager-papà intervistato).

E’ vero, queste non sono piccole aziende:

ma non ci avevano detto che le dimensioni non contano?

Le imprese piccole possono fare lo stesso unendosi, divendo le spese, aiutate magari da Comitati per l’imprenditoria femminile, associazioni di categoria etc.  (ci siete?)

Foto Beautiful women by Ray RLJ Photography NYC  su Flickr


Donne per la sostenibilità: collaboriamo? Il 29 novembre il primo evento dedicato all’economia collaborativa

http://flic.kr/p/9fPtsT

C’e’ il coworking  e le warmshowers, il crowd funding e il carpooling.  Ci sono molte nuove imprese: di giovani e di donne. Sul coworking trovate un post qui  , le docce calde sono per i cicloturisti, la raccolta di fondi per le buone idee, il carpooling per muoversi spendendo e inquinando meno. Tutte vogliono dire: fiducia, voglia di stare insieme e collaborare.

Sharitaly e’ un grande evento dedicato all’economia collaborativa. Al mattino  vengono presentate  due ricerche, dell’Università Cattolica e di Duepuntozero Research. Al pomeriggio confronto fra start up, grandi imprese, enti pubblici e società civile.  Il progamma qui  http://www.sharitaly.com/programma-sharitaly.php.  Da leggere questo articolo di Marta Maineri, fondatrice di Collaboriamo!

Secondo gli organizzatori, l’economia collaborativa o sharing economy e’:

“un nuovo modello economico, capace di rispondere alle sfide della crisi e di promuovere forme di consumo più consapevoli basate sul riuso piuttosto che sull’acquisto e sull’accesso al bene piuttosto che sulla proprietà”

Voi che  ne dite? La foto  e’ “share some LOVE” – by Antony Cain su Flickr


Cosa c’è alla fine del mondo?

Angel by peasap

Angel by peasap

UNA POESIA

Ci vuole, ogni tanto. E chi si aspettava folgori e lampi, non sia deluso.

Il giorno della fine del mondo – di Czesław Miłosz

Il giorno della fine del mondo
L’ape gira sul fiore del nasturzio,
il pescatore ripara la rete luccicante.
Nel mare saltano allegri delfini,
Giovani passeri si appoggiano alle grondaie
E il serpente ha la pelle dorata che ci si aspetta.

Il giorno della fine del mondo
Le donne vanno per i campi sotto l’ombrello,

L’ubriaco si…………………..

Per sapere cosa c’è alla fine del mondo e gustarvi la bella versione video guardate farsi leggere , il sorprendente blog di Francesco Vignotto, che parla di comunicazione, web, filosofia, scienza..

Tantissime belle foto di peasap su http://www.flickr.com/photos/peasap/


L’importante e’ finire

velocibracchius

velocibracchius

Questa mattina ho fatto fatica a concludere la mia corsetta. Ho un pò esagerato con bici&corsa. No, questo l’ho già detto l’altro giorno. Dieta sbagliata, pochi carboidrati? E poi l’umidità, il caldo. Eh certo: e’ estate! 

Insomma, stamattina

qual’e’ la scusa?

Mentre arrancavo con ignominia nella salitella finale,  ho avuto il tempo di pensare alla scusa. 

E’ facile dire vado a correre. Anche alzarsi appena suona la sveglia, tutto sommato. Una si sente a posto, a dirsi:  io, mi impegno.

La cosa difficile e’ farla tutta, la corsa.

Obiettivi, buoni propositi e voglia non bastano: occorre impegnarsi per tutto il percorso.

Questa  la riflessione mattutina: avere attenzione e cura e dedizione per tutto il tempo che ci vuole. 

Per tutte le cose, o almeno per le cose importanti, le uniche che meritano impegno ed attenzione.

Perche’ la corsa perfetta esiste, ma le condizioni ideali non ci sono (quasi) mai.

Le salite le affronto sempre con qualche timore, chiedendomi se ce la farò. Ma la vera domanda che mi faccio è: quanto dovrò faticare?   Ho paura della fatica, dell’impegno e so che la parte piu’ dura e’ questa, continuare,  avere fiducia o almeno tenacia.  

La mia corsetta inizia in discesa, la salita al ritorno.  Non e’ forse sempre così?

Gli ostacoli li troviamo a metà o alla fine: altrimenti che ostacoli sono? Prima e’ tutto facile, abbiamo lo slancio e la voglia.

E con questa scusa, oggi la corsa l’ho finita.  Alla fine, e’ questo che fa la differenza fra il successo e il resto.

path-of-innovator


Temporary manager (in rosa)

14-05-04_1207

Rosaria Brambilla, 50 anni e due figli di 22 e 19 anni , è titolare di Melting Pot, una società di consulenza per l’internazionalizzazione delle aziende settore alberghiero e casalingo. I suoi clienti sono importatori,  negozi di articoli casalinghi e cookshop, department stores e mail orders. La sua metafora e’ il viaggio: non fermarsi, guardare avanti, coltivare la curiosità.

Che studi hai fatto e cosa facevi prima ?

Sono diplomata alla Scuola Superiore Interpreti e Traduttori- Simultanea e Consecutiva Tedesco, Inglese e Spagnolo. Ho lavorato come export manager per un’azienda di rilievo nel settore e due anni nell’alta moda come area manager.

Qual’ è stata la molla che ti ha fatto dire “voglio fare qualcosa di mio”?

La crisi e il posizionamento delle figure come la mia nelle aziende.

Trasformare una parola  come “crisi” in “cambiamento”, un nuovo percorso di vita e l’ennesimo viaggio nel mio viaggio quotidiano

Raccontaci della tua impresa

Ho cercato di offrire a piu’ aziende per le quali gestisco il settore Export lo stesso servizio di marketing, ricerca clienti e strategia aziendale come temporary manager. Così le imprese dividono i costi: questo  permette loro di avere una figura onerosa ad un costo minimo.

Visito clienti all’estero, seguo le strategie, organizzo fiere e follow up… quello che fa il manager in azienda ma per più aziende.

Hai iniziato con un capitale tuo o hai ottenuto un finanziamento?

Il mio capitale è la mia esperienza e la mia volontà

Ho chiesto il classico fido per inizio attività e sono partita per questo “viaggio”.

Raccontaci qualcosa delle persone che lavorano con te

Le persone che lavorano con me sono i miei clienti, tutti diversi tra loro, da cui ho molto da imparare e che mi appoggiano nelle mie proposte.

La tua giornata-tipo

Sveglia alle 6:15 preparo colazione per me e mio figlio Matteo che va ancora a scuola, controllo le email e organizzo la giornata: se sono in Italia esco, vado dalle mie aziende o da potenziali clienti, se sono all’estero mi reco agli appuntamenti, rientro e a volte dopo cena lavoro ancora un pò fino alle 21, ma le mie giornate non sono mai uguali. Salto da un aereo all’altro e via, sempre in movimento.

Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato sinora e come le hai risolte?

Le difficoltà sono sempre tante ma basta considerarle nuovi orizzonti da raggiungere e quindi non demordere mai. Certo la situazione attuale non è la più rosea dal punto di vista economico, ma lamentarsi e non agire non serve a nulla

Quindi: Adelante Chica Adelante mi dico, e vado avanti.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Tutto! lavoro con passione e con il cuore. Incontrare la gente di varie culture, cogliere le sfumature del quotidiano, le sfide.

C’è chi sostiene che le donne debbono sempre impegnarsi il doppio, per dimostrare quel che valgono. Alcune imprenditrici raccontano invece di non avere avuto particolari difficoltà perché donne. Nella tua esperienza, quale delle due è più vera?

Ho esperienze differenti; spesso per una donna non è tutto semplice, molte volte l’uomo ha una considerazione maggiore, meno difficoltà nell’imporsi, ma me la sono sempre cavata e ho gestito un pool di tanti ometti.

Comunque trovo che tra donne ci sia molta complicità

Vantaggi e svantaggi del lavoro in proprio rispetto a quello dipendente

Non ho mai lavorato come dipendente, ma sempre come consulente.

Certo che lavorare in proprio significa rischio e non guardare la lancetta dell’orologio, svegliarsi di notte e chiedersi “ cosa sarà il mio domani”.. ma credo che oggi giorno anche per un dipendente la vita non sia facile.

Ti confronti o lavora insieme ad altre imprese?

Si: nel mio pool ci sono 6 aziende e il nostro è un confronto e una crescita quotidiana.

 Per sviluppare la tua attività o per lavorare meglio, di cosa senti necessità?

Ho iniziato lo scorso anno a settembre, credo sia ancora prematuro definire questo punto. Certo è, che il contatto con i clienti e la buona relazione è fondamentale.

Tre consigli a chi oggi vuole aprire un’attività in proprio

1 Astute come la volpe 2 Semplici come la colomba 3 Metteteci il cuore, come solo le donne sanno fare.

Ti chiedi mai : ma chi me l’ha fatto fare? E come ti rispondi?

ADELANTE ADELANTE CHICA, il viaggio e’ appena iniziato ed io sono una viaggiatrice instancabile. Non a caso ho risposto in rosa.


AFFITTI BREVI: risorsa per il territorio o concorrenza sleale?

 

 abitazione

 Pubblichiamo di seguito il contributo di Lorella Granzotto su un’interesante tipo di servizio turistico: l’affitto breve.

 

 

 

 Nelle scorse settimane, presso la sede del Distretto Turistico dei Laghi a Stresa, si è svolta un’interessante iniziativa dedicata a “Come avviare e gestire gli affitti brevi” a cura di Rita Apollonio e Giulia Carosella.

La relatrice, co-autrice di una pubblicazione a moduli che si può ordinare attraverso internet** , ha cercato di chiarire l’argomento ad una nutrita platea molto interessata.

La premessa del seminario si è svolta parlando della nuova tipologia di turismo che predilige l’affitto breve: turisti-esploratori che da Viaggiatori diventano Viaggi-attori (protagonisti del loro viaggio e non passivi utilizzatori di pacchetti) e Viaggi-autori (che al ritorno pubblicano su internet foto e diari di viaggio).

Questi turisti vogliono essere indipendenti, integrarsi con i residenti, usare gli stessi negozi, frequentare gli stessi locali e svolgere le attività dei residenti; sono molto esigenti nei servizi richiesti, vogliono una iper-personalizzazione della vacanza e se la costruiscono su misura seguendo stimoli ben precisi. Se la città si apre a questo turismo può fare il bene anche dei residenti e diventare più accogliente per tutti.

 Molte persone nella nostra zona, molto provata economicamente dalla chiusura di aziende e dall’alto tasso di disoccupazione, cercano da qualche anno di far rendere le seconde case con affittanza turistica. Spesso offrono case accoglienti, comode, ben arredate, dotate di tecnologia e soddisfano una tipologia di turisti che non vorrebbe altre forme di ospitalità. Ma si sentono in concorrenza con alberghi e residence e vorrebbero affittare in modo rispettoso della legge.

Gli interrogativi principali che si pone chi affitta a turisti si possono così riassumere:

       qual è la normativa a riguardo?

       come avviare l’attività?

       come fare il contratto?

       come regolarsi col pagamento dell’affitto?

       come pagare le tasse (entrate e spese)?

       quali obblighi?

In sostanza le risposte sono state molto semplici, forse troppo semplici per essere convincenti perché si pongono in un sostanziale vuoto normativo a riguardo (la Legge n. 79 del 2011 sulle “Unità ammobiliate ad uso turistico” ribadisce che sono regolate dalle disposizioni del Codice Civile in tema di locazione):

   Non esiste una normativa specifica né nazionale né regionale (a differenza del Bed and breakfast che sono invece una specifica tipologia ricettiva con una precisa normativa regionale). Non essendo una tipologia ricettiva (e questa è la cosa fondamentale da tener presente!) non si può parlare di attività ed il riferimento normativo può essere solo il Codice Civile e le disposizioni in tema di locazione (L. 431/1998 “Disciplina locazioni immobili ad uso abitativo”).

        Va fatto un contratto in forma scritta che non va registrato se la locazione è inferiore a 30 giorni.

       Il pagamento va effettuato in cambio di ricevuta madre/figlia (con eventuale marca da bollo sopra una certa cifra).

       Le tasse vanno pagate nel 730 nella parte “Altri redditi” dichiarando le entrate senza scaricare le spese.

       Non si paga la tassa di soggiorno (se il proprio Comune l’ha introdotta) e non si ha l’obbligo della statistica da mandare mensilmente alla Provincia.

       La dichiarazione alla Pubblica Sicurezza va fatta solo nel caso di affittuari extra-comunitari o apolidi.

       NO pulizia finale, NO biancheria, NO colazione: sono tutti servizi di tipo ricettivo e quindi non ammessi visto che si tratta di locazione

       Si possono gestire in questo modo al massimo 3 appartamenti altrimenti si devono gestire in modo imprenditoriale e a questo punto possiamo parlare di tipologia ricettiva “Alloggi vacanze” con tutti gli obblighi conseguenti.

  Questo riassunto è molto sintetico ma per chi vuole praticare questo tipo di locazione il consiglio è quello di procurarsi le dispense realizzate da chi ha relazionato – con molta competenza e precisione – a Stresa sull’argomento.

 La pubblicazione sugli affitti brevi redatta da Rita Apollonio e Giulia Carosella “Come avviare e gestire gli affitti brevi – Short lets in Italia” si divide in 4 sezioni:

        inquadramento normativo

       aspetti commerciali e fiscali

       aspetti di marketing e promozionali

       gestione ottimale

 I moduli**si possono acquistare anche separatamente ad euro 30,00 facendone richiesta a:

rapollonio@aries2-consulting.it

gcarosella@aries2-consulting.it

www.aries2-consulting.it

Lorella Granzotto- Settore Turismo Comune di Verbania


B&B: IMPRESARIE DI CASA PROPRIA

primacolazioneridottoE’ il Bed & Breakfast la parola vincente, la risposta immediata ad una fame di incentivazione turistica che mai come in questo periodo di crisi vuole essere saziata. Sembra una nuova forma di accoglienza turistica invece altro non è che l’applicazione di uno schema semplice attuabile in quasi tutti i contesti abitativi con l’applicazione di poche ma precise regole. Gran Bretagna e Irlanda custodiscono le radici di questo modello di ricezione turistica che nei paesi del Nord Europa ha conosciuto il suo massimo sviluppo. In Italia ha fatto capolino negli anni 90  prendendo piede nelle aree più turistiche di mare e montagna sviluppandosi nel tempo in tutti gli angoli del Paese. Ma, in pratica, come si fa ad aprire un B&B? Cosa serve e cosa va fatto? Innanzi tutto aprire un B&B significa offrire pernottamento e prima colazione. Dal 2001 esiste una legge nazionale che norma queste gestioni  ma ogni Regione ha la sua applicazione specifica.

Nella Regione Piemonte?

Innanzi tutto per aprire un B&B non occorre essere residenti nel luogo in cui si trova la struttura che abbiamo scelto. Si può aprire anche in seconde case; l’importante è che il proprietario nel periodo d’apertura conviva nella struttura con i propri ospiti dato che il B&B si basa sul concetto di ospitalità a casa propria.

Bisogna aprire Partita Iva per gestire un B&B?

Il carattere occasionale che contraddistingue l’apertura di questo servizio ne consente l’esclusione. Al Comune in cui ha sede il B&B si deve spedire per via telematica il modello Scia, (Segnalazione certificata di inizio attività) corredato dagli allegati elencati al fondo del modello stesso. Sarà poi il Municipio ad inviare la documentazione a Provincia, Asl e Atl (Associazione turistica locale)All’esterno della struttura verrà posto un logo distintivo dell’attività con  il numero di stelle segnale  la categoria assegnata all’esercizio, così come avviene per gli alberghi.L’eliminazione delle barriere architettoniche permette di acquisire un alto punteggio di categoria come pure la qualità e quantità di servizi offerti.

Ma di quanto spazio si può disporre?

Non più di tre camere con un massimo di sei posti letto. Sulle dimensioni delle stanze si rimanda alla legge come pure quelle dei servizi igienici che devono essere in prossimità delle camere e/o possono comunicare direttamente, completi di sanitari (con vasca o doccia) e con ventilazione naturale o forzata.

Una volta chiariti questi passaggi va detto che chi apre un B&B deve garantire ai propri ospiti-oltre alla cortesia della modalità di accoglienza che ne definiscono un buon operatore di struttura- semplici norme igieniche quali:

  • la pulizia dei locali quotidiana,
  •  la fornitura di biancheria (compresa quella del bagno) almeno due volte alla settimana oltre che ad ogni cambio cliente.

In riferimento al sevizio della prima colazione (chiamata da alcuni anche piccola colazione) va detto che bisogna garantire la sicurezza dei prodotti che vanno somministrati. La legge vieta la somministrazione di prodotti fatti in casa- come ad esempio una torta- ed impone solo cibi confezionati.

A questo si aggiunge una notifica sanitaria relativa alla sicurezza alimentare dei cibi messi a disposizione degli ospiti che va presentata all’Asl competente.

 I prezzi chi li stabilisce?

Le tariffe sono libere e vanno comunicate al Comune ed all’Atl. Si possono effettuare sconti per gruppi o formule di risparmio. L’importante è rispettarle . Il titolare del B&B rilascia all’ospite una semplice ricevuta di quietanza che attesti l’avvenuto pagamento del soggiorno. Chi sceglie di aprire un B&B vive un’esperienza gratificante che avvicina culture, usi e costumi diversi e ne arricchisce i soggetti che si prestano a questa interazione.

Inoltre costituisce una valida integrazione al bilancio familiare. La sua gestione consente di guadagnare ed allo stesso tempo di avere del tempo libero a disposizione. Una proposta interessante per la donna casalinga divisa tra impegni domestici e famigliari.

 


Donna, lavoro, famiglia e passione. Equazione perfetta?

Lorella Granzotto ridottabis

 Lorella Granzotto, funzionario  presso l’Assessorato al Turismo del  Comune di Verbania, tra l’impegno professionale e quello famigliare -ha cinque figli e tre nipotini- trova il tempo per gestire  un Bed & Breakfast che si chiama “VerdeBlu”.

1. Che studi hai fatto e cosa facevi prima di diventare imprenditrice?

 Ho fatto il Liceo Classico e poi Laurea al DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) di Bologna.Ho sempre lavorato per il Comune di Verbania, prima in Biblioteca e poi al Turismo

2. C’è un momento, un’occasione in cui scatta la molla che ci fa decidere: qual’ è stata per te la molla che ti ha fatto dire “voglio fare qualcosa di mio”?

La convinzione che a Verbania ci fosse spazio per modi diversi di ospitalità turistica e la voglia di aprire la propria casa, oltre che agli amici, ad ospiti italiani e stranieri. Le poche soddisfazioni nel lavoro dipendente ma anche le necessità economiche legate al fatto di avere tre figli. E grazie allo stimolo di un compagno che mi ha esortato a credere maggiormente in me stessa.

3. Raccontaci della tua impresa  

Ho aperto un’attività di Bed and Breakfast: una camera con il bagno e il giardino. Ho conosciuto gente molto interessante ma l’ho chiusa due motivi: per fare una grande cucina per la nostra grande famiglia e perché ne avevo sottovalutato l’impegno. Recentemente, dopo aver ottenuto il part-time sul lavoro, ho riaperto il B&B in un’altra stanza della casa.

 4. Hai iniziato con un capitale tuo o hai ottenuto un finanziamento?

Ho usato qualche risparmio per fare un bagno supplementare (la prima volta) ma aprire un B&B non ha grandi costi. Questa seconda volta ho solo acquistato un letto

5. Raccontaci qualcosa delle persone che lavorano con te.

Tutta la famiglia collabora: mio marito – che ama cucinare – prepara le colazioni, i figli aiutano nell’accoglienza e nelle attività di prenotazione (gestione mail e telefonate), lavaggio e stiratura biancheria.

6. La tua giornata-tipo

Quando ci sono ospiti: sveglia alle 7.30, aiuto nella preparazione della colazione, lavoro in Comune dalle 8.30 alle 14.30, a casa risistemazione stanza e cucina, spesa, gestione mail, accoglienza clienti con suggerimenti per escursioni e per i locali in cui cenare

7. Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato sinora e come le hai risolte, con l’aiuto di chi/cosa?

La cosa più preoccupante è stata affrontare la burocrazia legata all’apertura dell’attività e le incombenze con polizia, statistica, tasse di soggiorno… La promozione non è stata difficile perché ho usato l’esperienza acquisita in ufficio dove avevo già curato materiali promozionali e siti internet; l’accoglienza è una mia dote che ho dovuto solo sviluppare e “professionalizzare”.

8. Cosa ti piace di più di questa attività?

 Mi piace il fatto che nessuno mi debba dire cosa fare e il fatto che se lavori bene hai sicuramente un ritorno. Mi piace anche che mi dicano che ho una bella casa, che sono gentile, disponibile e competente. Ho potuto negli anni aiutare altre persone ad aprire l’attività e sono contenta di essere un punto di riferimento al riguardo.

 9. C’è chi sostiene che le donne debbono sempre impegnarsi il doppio, per dimostrare quel che valgono. Alcune imprenditrici raccontano invece di non avere avuto particolari difficoltà perché donne. Nella tua esperienza, quale delle due è più vera?

 In questo campo essere una donna non è penalizzante. Nei lavori che hanno a che fare con la casa e l’accoglienza tradizionalmente sono le donne che la fanno da padrone!

 10. Vantaggi e svantaggi del lavoro in proprio rispetto a quello dipendente

 Hai la libertà di sbagliare ma se fai bene il tuo lavoro ne vedi i risultati: in termini di soddisfazione ed anche a livello economico.

 11. Ti confronti o lavori insieme ad altre imprese?

 Ho fatto parte dell’Associazione Case piemontesi ed è stata un’esperienza molto interessante perché tutti i dubbi che mi venivano all’inizio li potevo risolvere grazie al confronto con altri gestori di B&B; abbiamo anche attivato dei corsi che hanno affrontato tutte le problematiche connesse alla gestione di un bed and breakfast, da quelli fiscali, assicurativi, legali a quelli promozionali, turistici e di accoglienza. Quando vado in giro cerco sempre di alloggiare nelle case dei colleghi in modo da poter scambiare con loro esperienze e prendere spunto per migliorare l’ospitalità.

 12. Per sviluppare la tua attività o per lavorare meglio, di cosa senti necessità?

 Mi piacerebbe avere più stanze perché spesso devo smistare altrove le richieste che non possiamo soddisfare. Mi sto organizzando per farmi aiutare nelle pulizie e vorrei risolvere anche il lavaggio della biancheria. Vorrei poter mantenere solo la parte dell’accoglienza lasciando ad altri le incombenze “domestiche”. Sentirei anche il bisogno di conoscere meglio le lingue ma questo è un problema che potrei facilmente risolvere vincendo la mia pigrizia.

13. Tre consigli a chi oggi vuole aprire un’attività in proprio

 Beh, la mia attività non presenta i rischi di impresa che hanno in genere le attività in proprio. Posso quindi consigliare a tutte le donne che lo desiderano di…provarci! Mal che vada si può sempre smettere e sicuramente sarà stata un’esperienza arricchente. Quello che occorre mettere in conto è il fatto che apri la tua casa agli altri, in genere a persone educate, gentili e piacevoli ma potrebbe capitare anche qualche esperienza sgradevole. L’ospitalità deve essere una cosa che fai volentieri e non ti pesa. E devi sapere che se PRIMA vedendo una bella giornata pensavi ad andare in montagna o al lago DOPO ne approfitterai per fare il bucato e sarai felice che i tuoi ospiti possano andare alle isole!

 14. Ti chiedi mai : ma chi me l’ha fatto fare? E come ti rispondi?

 Mi sono chiesta chi me l’avesse fatto fare quando lavoravo trentasei ore alla settimana e avevo i figli ancora in età scolare. Infatti ho chiuso l’attività, nonostante funzionasse molto bene, perché il tutto era troppo faticoso. Quando l’ho riaperta l’ho fatto in modo che la cosa non mi pesasse così tanto perché credo che l’accoglienza debba essere prima di tutto un piacere. Ho scelto di essere solo su un portale http://www.bed-and-breakfast.it perché non mi piace avere intermediari. Questo sito promuove l’attività ma lascia che i contatti con gli ospiti siano diretti. Anche quando vado in vacanza utilizzo questo portale che trovo molto serio ed affidabile. Costa Euro 180,00 all’anno e la fattura si può scaricare.


Il voucher per baby sitting ti da una mano!

Una mano con i bambini? babysitter1-400x300

Arriva il voucher per baby sitting.

Si tratta di una sperimentazione triennale (2013/2015) che tutti si augurano proficua. Destinatarie sono le mamme lavoratrici che hanno terminato il periodo di astensione dal lavoro prima e dopo il parto, come previsto dalla legge  e in alternativa al congedo parentale . Il contributo elargito ammonta a 300 euro mensili donato per 6 mesi (al massimo), spendibile negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio. Serve per affrontare le spese relative ai servizi per l’infanzia pubblici o privati.