Ambiente, paesaggio, cultura: contributi per progetti culturali

Wassup?

La Camera di commercio finanzia la progettazione di un’iniziativa  in linea con “Paesaggio a colori”, piano strategico culturale del Verbano Cusio Ossola. Domande entro il 13 dicembre 2013.  Bando e info su http://www.vb.camcom.it/Tool/News/Single/view_html?id_news=730

Paesaggio a colori e’ un’iniziativa sviluppata nel 2012 da Camera di commercio e Provincia, insieme al Distretto dei Laghi e con il contributo di Fondazione Cariplo. Hanno partecipato 80 rappresentanti di associazioni culturali, enti ed istituzioni pubbliche, comuni e comunità montane, associazioni di categoria e sono stati 1.500 studenti delle superiori.

Durante un anno di lavoro sono emersi punti di forza e debolezza, criticità ed opportunità del sistema culturale locale. Ma soprattutto sono state individuate e condivise priorità e modalità per raggiungerle

Foto Wassup? – di Charlie Stinchcomb su Flickr


Donne per la sostenibilità: collaboriamo? Il 29 novembre il primo evento dedicato all’economia collaborativa

http://flic.kr/p/9fPtsT

C’e’ il coworking  e le warmshowers, il crowd funding e il carpooling.  Ci sono molte nuove imprese: di giovani e di donne. Sul coworking trovate un post qui  , le docce calde sono per i cicloturisti, la raccolta di fondi per le buone idee, il carpooling per muoversi spendendo e inquinando meno. Tutte vogliono dire: fiducia, voglia di stare insieme e collaborare.

Sharitaly e’ un grande evento dedicato all’economia collaborativa. Al mattino  vengono presentate  due ricerche, dell’Università Cattolica e di Duepuntozero Research. Al pomeriggio confronto fra start up, grandi imprese, enti pubblici e società civile.  Il progamma qui  http://www.sharitaly.com/programma-sharitaly.php.  Da leggere questo articolo di Marta Maineri, fondatrice di Collaboriamo!

Secondo gli organizzatori, l’economia collaborativa o sharing economy e’:

“un nuovo modello economico, capace di rispondere alle sfide della crisi e di promuovere forme di consumo più consapevoli basate sul riuso piuttosto che sull’acquisto e sull’accesso al bene piuttosto che sulla proprietà”

Voi che  ne dite? La foto  e’ “share some LOVE” – by Antony Cain su Flickr


Turismo e arte: nasce il Coworking alla Città dell’Arte di Biella

terzo-paradisoFondazione Pistoletto ,Viaggi e Miraggi e Movimento Lento lanciano  un progetto di coworking in uno spazio prestigioso: la Città dell’Arte creata a Biella dall’artista Michelangelo Pistoletto.

L’obiettivo è quello di condividere uno spazio lavorativo anche con professionisti e aziende attive nello slow tourism. Open day il 16 novembre: Cittadellarte-Fondazione Pistoletto – News.


Arriva a Stresa il Giro d’Italia in rosa

GDI_Banner_300x250_px_NEWPer la prima volta il Giro d’Italia in rosa fa tappa a Stresa! Appuntamento il 14 NOVEMBRE per parlare di

DONNE e SOSTENIBILITA.

Imprenditrici e rappresentanti del sistema territoriale parleranno di sostenibilità e porteranno la propria esperienza su turismoresponsabilità sociale cibo. Scarica qui il programma in pdf donne e sostenibilità .

Il filo conduttore del 6^ Giro d’Italia in rosa e’ il turismo. Per questo la tappa e’ organizzata da Comitato imprenditoria femminile e Camera di commercio in collaborazione con Lago Maggiore Meeting Industry e Lago Maggiore Green Meeting (le loro pagine web qui e qui).

Il  Lago Maggiore per primo in Italia si è posto l’obiettivo di proporre meeting e congressi eco sostenibili, con il marchio Lago Maggiore Green Meeting.  Insomma, il giro d’Italia in rosa a Stresa sarà anche un pò verde.

 La partecipazione e’ a numero chiuso;  per iscriverti:

Il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa si svolge ormai da anni.  Quest’anno si parte da Napoli e poi via:, Monza, Stresa, Nuoro, Livorno, Brindisi, Trento, Forlì-Cesena e Latina saranno il teatro di eventi, incontri ed approfondimenti.  Si parlerà di turismo e dei settori collegati come  enogastronomia, made in Italy, artigianato. Focus sui dati piu’ aggiornati, sul rapporto tra imprenditoria femminile e turismo, sui trend della domanda e dell’offerta turistica,  sulle nuove professionalità. La manifestazione e’ stata ideata da Unioncamere e dai Comitati per la promozione dell’Imprenditoria Femminile . I dettagli sulle altre tappe sono qui.


Temporary manager (in rosa)

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Rosaria Brambilla, 50 anni e due figli di 22 e 19 anni , è titolare di Melting Pot, una società di consulenza per l’internazionalizzazione delle aziende settore alberghiero e casalingo. I suoi clienti sono importatori,  negozi di articoli casalinghi e cookshop, department stores e mail orders. La sua metafora e’ il viaggio: non fermarsi, guardare avanti, coltivare la curiosità.

Che studi hai fatto e cosa facevi prima ?

Sono diplomata alla Scuola Superiore Interpreti e Traduttori- Simultanea e Consecutiva Tedesco, Inglese e Spagnolo. Ho lavorato come export manager per un’azienda di rilievo nel settore e due anni nell’alta moda come area manager.

Qual’ è stata la molla che ti ha fatto dire “voglio fare qualcosa di mio”?

La crisi e il posizionamento delle figure come la mia nelle aziende.

Trasformare una parola  come “crisi” in “cambiamento”, un nuovo percorso di vita e l’ennesimo viaggio nel mio viaggio quotidiano

Raccontaci della tua impresa

Ho cercato di offrire a piu’ aziende per le quali gestisco il settore Export lo stesso servizio di marketing, ricerca clienti e strategia aziendale come temporary manager. Così le imprese dividono i costi: questo  permette loro di avere una figura onerosa ad un costo minimo.

Visito clienti all’estero, seguo le strategie, organizzo fiere e follow up… quello che fa il manager in azienda ma per più aziende.

Hai iniziato con un capitale tuo o hai ottenuto un finanziamento?

Il mio capitale è la mia esperienza e la mia volontà

Ho chiesto il classico fido per inizio attività e sono partita per questo “viaggio”.

Raccontaci qualcosa delle persone che lavorano con te

Le persone che lavorano con me sono i miei clienti, tutti diversi tra loro, da cui ho molto da imparare e che mi appoggiano nelle mie proposte.

La tua giornata-tipo

Sveglia alle 6:15 preparo colazione per me e mio figlio Matteo che va ancora a scuola, controllo le email e organizzo la giornata: se sono in Italia esco, vado dalle mie aziende o da potenziali clienti, se sono all’estero mi reco agli appuntamenti, rientro e a volte dopo cena lavoro ancora un pò fino alle 21, ma le mie giornate non sono mai uguali. Salto da un aereo all’altro e via, sempre in movimento.

Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato sinora e come le hai risolte?

Le difficoltà sono sempre tante ma basta considerarle nuovi orizzonti da raggiungere e quindi non demordere mai. Certo la situazione attuale non è la più rosea dal punto di vista economico, ma lamentarsi e non agire non serve a nulla

Quindi: Adelante Chica Adelante mi dico, e vado avanti.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Tutto! lavoro con passione e con il cuore. Incontrare la gente di varie culture, cogliere le sfumature del quotidiano, le sfide.

C’è chi sostiene che le donne debbono sempre impegnarsi il doppio, per dimostrare quel che valgono. Alcune imprenditrici raccontano invece di non avere avuto particolari difficoltà perché donne. Nella tua esperienza, quale delle due è più vera?

Ho esperienze differenti; spesso per una donna non è tutto semplice, molte volte l’uomo ha una considerazione maggiore, meno difficoltà nell’imporsi, ma me la sono sempre cavata e ho gestito un pool di tanti ometti.

Comunque trovo che tra donne ci sia molta complicità

Vantaggi e svantaggi del lavoro in proprio rispetto a quello dipendente

Non ho mai lavorato come dipendente, ma sempre come consulente.

Certo che lavorare in proprio significa rischio e non guardare la lancetta dell’orologio, svegliarsi di notte e chiedersi “ cosa sarà il mio domani”.. ma credo che oggi giorno anche per un dipendente la vita non sia facile.

Ti confronti o lavora insieme ad altre imprese?

Si: nel mio pool ci sono 6 aziende e il nostro è un confronto e una crescita quotidiana.

 Per sviluppare la tua attività o per lavorare meglio, di cosa senti necessità?

Ho iniziato lo scorso anno a settembre, credo sia ancora prematuro definire questo punto. Certo è, che il contatto con i clienti e la buona relazione è fondamentale.

Tre consigli a chi oggi vuole aprire un’attività in proprio

1 Astute come la volpe 2 Semplici come la colomba 3 Metteteci il cuore, come solo le donne sanno fare.

Ti chiedi mai : ma chi me l’ha fatto fare? E come ti rispondi?

ADELANTE ADELANTE CHICA, il viaggio e’ appena iniziato ed io sono una viaggiatrice instancabile. Non a caso ho risposto in rosa.


AFFITTI BREVI: risorsa per il territorio o concorrenza sleale?

 

 abitazione

 Pubblichiamo di seguito il contributo di Lorella Granzotto su un’interesante tipo di servizio turistico: l’affitto breve.

 

 

 

 Nelle scorse settimane, presso la sede del Distretto Turistico dei Laghi a Stresa, si è svolta un’interessante iniziativa dedicata a “Come avviare e gestire gli affitti brevi” a cura di Rita Apollonio e Giulia Carosella.

La relatrice, co-autrice di una pubblicazione a moduli che si può ordinare attraverso internet** , ha cercato di chiarire l’argomento ad una nutrita platea molto interessata.

La premessa del seminario si è svolta parlando della nuova tipologia di turismo che predilige l’affitto breve: turisti-esploratori che da Viaggiatori diventano Viaggi-attori (protagonisti del loro viaggio e non passivi utilizzatori di pacchetti) e Viaggi-autori (che al ritorno pubblicano su internet foto e diari di viaggio).

Questi turisti vogliono essere indipendenti, integrarsi con i residenti, usare gli stessi negozi, frequentare gli stessi locali e svolgere le attività dei residenti; sono molto esigenti nei servizi richiesti, vogliono una iper-personalizzazione della vacanza e se la costruiscono su misura seguendo stimoli ben precisi. Se la città si apre a questo turismo può fare il bene anche dei residenti e diventare più accogliente per tutti.

 Molte persone nella nostra zona, molto provata economicamente dalla chiusura di aziende e dall’alto tasso di disoccupazione, cercano da qualche anno di far rendere le seconde case con affittanza turistica. Spesso offrono case accoglienti, comode, ben arredate, dotate di tecnologia e soddisfano una tipologia di turisti che non vorrebbe altre forme di ospitalità. Ma si sentono in concorrenza con alberghi e residence e vorrebbero affittare in modo rispettoso della legge.

Gli interrogativi principali che si pone chi affitta a turisti si possono così riassumere:

       qual è la normativa a riguardo?

       come avviare l’attività?

       come fare il contratto?

       come regolarsi col pagamento dell’affitto?

       come pagare le tasse (entrate e spese)?

       quali obblighi?

In sostanza le risposte sono state molto semplici, forse troppo semplici per essere convincenti perché si pongono in un sostanziale vuoto normativo a riguardo (la Legge n. 79 del 2011 sulle “Unità ammobiliate ad uso turistico” ribadisce che sono regolate dalle disposizioni del Codice Civile in tema di locazione):

   Non esiste una normativa specifica né nazionale né regionale (a differenza del Bed and breakfast che sono invece una specifica tipologia ricettiva con una precisa normativa regionale). Non essendo una tipologia ricettiva (e questa è la cosa fondamentale da tener presente!) non si può parlare di attività ed il riferimento normativo può essere solo il Codice Civile e le disposizioni in tema di locazione (L. 431/1998 “Disciplina locazioni immobili ad uso abitativo”).

        Va fatto un contratto in forma scritta che non va registrato se la locazione è inferiore a 30 giorni.

       Il pagamento va effettuato in cambio di ricevuta madre/figlia (con eventuale marca da bollo sopra una certa cifra).

       Le tasse vanno pagate nel 730 nella parte “Altri redditi” dichiarando le entrate senza scaricare le spese.

       Non si paga la tassa di soggiorno (se il proprio Comune l’ha introdotta) e non si ha l’obbligo della statistica da mandare mensilmente alla Provincia.

       La dichiarazione alla Pubblica Sicurezza va fatta solo nel caso di affittuari extra-comunitari o apolidi.

       NO pulizia finale, NO biancheria, NO colazione: sono tutti servizi di tipo ricettivo e quindi non ammessi visto che si tratta di locazione

       Si possono gestire in questo modo al massimo 3 appartamenti altrimenti si devono gestire in modo imprenditoriale e a questo punto possiamo parlare di tipologia ricettiva “Alloggi vacanze” con tutti gli obblighi conseguenti.

  Questo riassunto è molto sintetico ma per chi vuole praticare questo tipo di locazione il consiglio è quello di procurarsi le dispense realizzate da chi ha relazionato – con molta competenza e precisione – a Stresa sull’argomento.

 La pubblicazione sugli affitti brevi redatta da Rita Apollonio e Giulia Carosella “Come avviare e gestire gli affitti brevi – Short lets in Italia” si divide in 4 sezioni:

        inquadramento normativo

       aspetti commerciali e fiscali

       aspetti di marketing e promozionali

       gestione ottimale

 I moduli**si possono acquistare anche separatamente ad euro 30,00 facendone richiesta a:

rapollonio@aries2-consulting.it

gcarosella@aries2-consulting.it

www.aries2-consulting.it

Lorella Granzotto- Settore Turismo Comune di Verbania


TRA DISEGNI E PROGETTI..IO VALGO!

Sara Rossi

SARA ROSSI, 48 anni, madre di due figlie di 16 e 21 anni, è una libera professionista impegnata in una dimensione professionale storicamente maschile che da anni si “ritaglia”, anche nella nostra provincia, spazi completamente rosa. Il  suo diploma di maturità non è rimasto nel cassetto nemmeno con la maternità, permettendole di avere uno stipendio e di sviluppare la propria creatività senza penalizzare la vita privata.

1Che studi hai fatto e cosa facevi prima di diventare imprenditrice?

Sono diplomata Geometra. Prima di diventare imprenditrice collaboravo per la parte tecnica presso cooperative edilizie.

2.  C’è un momento, un’occasione in cui scatta la molla che ci fa decidere: qual’ è stata per te la molla che ti ha fatto dire “voglio fare qualcosa di mio”?

Un libero professionista, secondo me, deve da subito essere arbitro del suo lavoro rispondendone in prima persona.

3.  Raccontaci del tuo lavoro

 Lavoro presso uno studio associato di architettura che svolge variegati servizi. Ci occupiamo, per conto di società immobiliari, di acquisizione aree edificabili, progettazione di edifici residenziali, ottenimento dei titoli abilitativi all’edificazione, computi metrici e contratti d’appalto con imprese, direzione lavori, la gestione vendita delle unità, l’accatastamento e stesura e le regolamentazioni condominiali ma anche pratiche di progettazione accatastamento e pratiche tecniche per privati.

4. Raccontaci qualcosa delle persone che lavorano con te.

Il lavoro di progettazione di edifici di dimensioni medio grandi porta la componente maschile dell’ufficio a sentirsi più idonea alla mansione.Alle volte non è così semplice portare avanti un ruolo di Direzione Lavori con manovalanza di imprese costruttrici quando già in ufficio le tue capacità sono considerate meno attinenti.

5.  La tua giornata tipo

 La sveglia suona alle 6. La giornata parte con il disbrigo delle faccende di casa (stirare, stendere..). Alle 9 prende il via l’attività lavorativa in ufficio sino alle 13 quando scatta la pausa pranzo che dura sino alle 14.30. Rientrata in ufficio ci rimango sino alle 18.30/19.

6.  Quali difficoltà hai incontrato?

E’ difficile a volte far valere la propria professionalità nei confronti dei colleghi maschi che mi attorniano.

 7.  Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?

 Credo che l’aspetto più bello del mio lavoro sia la creatività. La predisposizione allo studio delle funzionalità e praticità che, storicamente, è legata alle mansioni del ruolo donna all’interno della casa e della famiglia nei lavori quotidiani.

8.  C’è chi sostiene che le donne debbono sempre impegnarsi il doppio per dimostrare quello che valgono. La tua esperienza?

Non credo che sia necessario impegnarsi il doppio per dimostrare il valore del proprio operato. L’impegno doppio nasce dalla necessità di coniugare lavoro e famiglia.

9. Vantaggi e svantaggi del lavoro in proprio rispetto a quello dipendente.

Senza ombra di dubbio gli orari flessibili, ma in tutti i sensi. Se hai bisogno ti organizzi per “staccare” prima; se non hai finito vai avanti senza rispettare orari.

10. Tre consigli per chi oggi vuole aprire un’attività in proprio.

Primo: cercare sempre un confronto con gli altri per valutare la positività del proprio operato. Secondo: non pensare che il luogo migliore di lavoro per una donna sia la propria casa e pensando, in questo modo, di gestire meglio il tempo disponibile. Terzo: continuare a ripetersi “io valgo”.

11. Ti sei mai chiesta “chi me l’ha fatto fare”?

No, assolutamente no. Avrei fatto comunque altro oltre che la mamma.


CREAZIONI D’ARTISTA BELLE, DOLCI E … POSSIBILI!

 

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Marina Ruffoni,

50 anni, vende prodotti dolciari di qualità all’ingrosso ed al dettaglio curando anche l’allestimento di buffet nuziali e la creazione di bomboniere.

Condivide questa esperienza con Angelica socia in affari che, in fatto di gusti e strategia lavorativa, ben si sposa” con quelli di Marina.

 

1. Che studi hai fatto e cosa facevi prima di diventare imprenditrice?

Ho frequentato un corso di studi per Segretaria d’Azienda. In seguito ho vissuto molti anni all’estero e quando sono tornata in Italia ho lavorato come aiuto alle vendite in un negozio.

2. C’è un momento, un’occasione in cui scatta la molla che ci fa decidere: qual’ è stata per te la molla che ti ha fatto dire :“voglio fare qualcosa di mio”?

A far scattare in me la voglia di iniziare qualcosa di mio sono state le esperienze e le idee maturate nell’esperienza svolta all’estero.

3. Raccontaci del tuo lavoro

La Chocolaterie des Iles, questo è il nome della mia attività, è un negozio che vende al dettaglio e all’ingrosso prodotti di altissima qualità che vengono scelti in tutte le parti del mondo in cerca di “eccellenze” e che poi vengono incastonate in confezioni preziose e molto curate, con prezzi abbordabili a tutti. Inoltre ci occupiamo anche di bomboniere, allestiamo i buffets per le feste di matrimonio mettendo a disposizione (in affitto) le nostre fontane di cioccolato.

4. Raccontaci qualcosa delle persone che lavorano con te

Lavoro con una socia, Angelica Destefanis. Abbiamo la fortuna di avere le stesse idee e gli stessi gusti quindi non abbiamo mai attriti quando dobbiamo fare delle scelte per la nostra attività.

5. La tua giornata tipo

Mi alzo alle 7 e vado in negozio alle 9. Dopo aver fatto accurate pulizie mi dedico al confezionamento dei nostri prodotti, consiglio i clienti nei loro acquisti e confeziono bomboniere o preparo il necessario per i nostri buffets a seconda delle richieste giornaliere. Alle 12.30 chiudo il negozio per poi riaprirlo alle 15. Vi rimango sino alle 19. Se ci sono delle feste o dei matrimoni per i quali devo preparare il buffets, mi fermo anche in serata. Mi piace seguire in ogni minimo dettaglio affinché i nostri clienti siano sempre soddisfatti.

6. Quali difficoltà hai incontrato?

Le difficoltà non mancano e si presentano ogni giorno soprattutto in questo periodo.Tuttavia cerco di essere positiva e guardo avanti con fiducia.

7. Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Amo questo lavoro perché mi da la possibilità di liberare il mio lato creativo e fare ogni giorno nuove vetrine o nuove confezioni. In più mi dedico alla scoperta dei prodotti; amo stupire i nostri clienti con sempre nuove chicche da fargli assaggiare.

8. C’è chi sostiene che le donne debbono sempre impegnarsi il doppio per dimostrare quello che valgono. La tua esperienza?

Credo che, come in tutte le cose, ci sia sempre il rovescio della medaglia. Essere donne ha i suoi lati negativi e positivi in termini di lavoro. Non come essere uomini dove tutto è estremante relativo e oggettivo. Io cerco di prendere e vedere tutto il buono che c’è nell’essere donna imprenditrice e quando necessario cerco di tirare fuori le “caratteristiche maschili” che servono.

9. Vantaggi e svantaggi del lavoro in proprio rispetto a quello dipendente.

I vantaggi sono: la possibilità di decidere il proprio tempo e la propria vita.

Gli svantaggi sono: i rischi che si corrono e la paura di fare scelte.

10.  Ti confronti o lavori con altre imprese?

Il mio confronto quotidiano avviene con i clienti al dettaglio e all’ingrosso: in generale mi confronto ogni giorno con tutti cercando di imparare il più possibile

11. Per sviluppare la tua attività o per lavorare meglio, di cosa senti la necessità?

Per lavorare meglio mi piacerebbe (come a tutti) essere meno oberata dalle spese e dalla burocrazia per poter pensare più serenamente a come fare al meglio il proprio lavoro. Mi piacerebbe che ci fosse più spirito di collaborazione tra le diverse realtà locali. All’estero si lavora molto in team invece qui c’è ancora molta diffidenza, rivalità….Credo che una buona collaborazione e sinergia tra i negozi, i ristoranti e i grandi alberghi facciano la forza e la bellezza di un luogo.Spero che presto anche a Stresa (e chi come me la rappresenta), apra gli occhi a questa politica collaborativa.

12. Tre consigli a chi oggi vuole aprire un’attività in proprio

I consigli sono spesso dati con troppa leggerezza. Ogni situazione è a se. Però credo che la cosa più importante sia valutare accuratamente il business che si vuole aprire, i rischi, le proprie capacità economiche e l’impegno necessario.

13. Ti chiedi mai: “ma chi me l’ha fatto fare”?

A volte me lo chiedo.. ma trovo sempre delle buone risposte per tirarmi su di morale!


IL GENIO DELL’UOVO – brevi note per la creatività

Nella  Pala di Brera,  Piero della Francesca dipinge nel 1472  un uovo,  sopra la Madonna con Gesu’ bambino. La perfezione geometrica mette in luce la semplice e naturale perfezione dell’uovo. L’uovo e’ notoriamente simbolo  della nascita e della ri-nascita: per questo lo portiamo sulle nostre tavole in questi giorni. L’uovo di struzzo dipinto e’ anche un  simbolo della verginità, fin dal mito di Leda e Zeus.  Dall’ uovo di Brera Achille Castiglioni  ha creato 500 anni dopo una famosa lampada, la “Brera” appunto. Dal mito greco al rinascimento italiano:  ma solo Achille Castiglioni ne ha fatto un oggetto nuovo, utile, bello.

castiglioni 1992

L’uovo di Brera mi è tornato in mente ammirando al Forum di Omegna www.forumomegna.org, la storia dei casalinghi del Cusio.  Una tappa di questa lunga storia e’ la collaborazione fra produzione e design.  Ad esempio, con “La Cupola”, caffettiera designata da un altro grande creativo, Aldo Rossi .  Ispirato dalla Cupola di S. Gaudenzio di Antonelli a Novara.  Un oggetto nuovo, utile, bello che riflette l’estro di un singolo e la storia dell’architettura italiana.

CREATIVITA’ = NxU 

Lampada e  caffettiera  sono esempi di creatività secondo la definizione del matematico francese Poincaré ( per intero la trovate sul bellissimo sito di Annamaria Testa tutto dedicato alla creatività e che prende titolo dalle parole di Poincare’  http://nuovoeutile.it). Per Poincare’ la creatività stabilisce:

” un legame tra elementi noti da tempo, ma fino ad allora sparsi e in apparenza estranei.. Inventare consiste proprio nel non costruire le combinazioni inutili e nel costruire unicamente quelle utili, che sono un’esigua minoranza”

A partire da qualcosa che esiste (il dipinto da Piero della Francesca, la Cupola di S. Gaudenzio) faccio nascere qualcosa di nuovo, utile e bello – che assolve la sua funzione con semplicità ed armonia:

“La creatività per me è realizzare qualcosa che modifica l’esistente. Non è necessariamente l’invenzione di qualcosa di nuovo, ma deve necessariamente apportare una variazione, utile all’uso di ciò che già esiste. Forse è semplicemente la necessità di modellare l’oggetto al nostro pensiero per esprimere il nostro io”

Daniela – chef

COME SI DIVENTA CREATIVI?

Certo, questi sono grandi creativi: facile, per chi ha talento e grande conoscenza, trarre stimoli e spunti dal passato e dal paesaggio locale.  Ma noi, comuni mortali, come si fa a diventare creativi? Beh, ci sono un sacco di manuali e blog sull’argomento…

Partiamo  proprio da qui: punto primo innanzitutto sapere, conoscere.

La conoscenza e’ indispensabile: per legare gli elementi devono essere noti, conosciuti.  Una conoscenza fatta di studi e di “sapienza” trasmessa oralmente – come quando si impara un mestiere da chi lo sa. Niente lampada, caffettiere, cupola o dipinto senza avere studiato e imparato. Ce l’ha raccontato anche Roberta Manganelli; ha studiato e imparato lavorando, innanzitutto.

Punto secondo: la creatività e’ una caratteristica fondamentale della Natura e della natura umana. Siamo creativi come specie . Creiamo continuamente: ci adattiamo all’ambiente, cerchiamo e troviamo nuove soluzioni ai problemi. Alcuni, pochi, sono geni o quantomeno creature dotate di straordinario talento.  Ma la creatività e’ di tutti, chi più e chi meno.  Il meno  dipende molto dall’ambiente in cui viviamo e lavoriamo  e – sorpresa!- da noi stesse.

MA IO NON MI FIDO

Il primo ostacolo alla nostra creatività siamo noi. Molte donne che ritengo creative dicono “io non mi sento creativa, non lo sono per niente”. Vale anche per molti uomini.

Gia’ a sentirla, la parola creatività, vien magari da fare un passo indietro. Un peccato: lampada e caffettiera mostrano che la creatività e la cultura sono vita: vivono e devono vivere con noi e accanto a noi, ri-crearsi e ri-crearci, in tutti i significati.

Facciamo così’: togliamo di mezzo quella parolona e parliamo di approccio creativo.

Avere un approccio creativo significa ricercare soluzioni ai problemi, per verificare se si può fare meglio o risolvere ciò che finora e’ sembrato irrisolvibile o fare qualcosa di nuovo. E’ legato a una profonda fiducia: la fiducia che le cose possano cambiare, la fiducia nel cambiamento. E la fiducia in se stessi: la fiducia di poter trovare soluzioni ai problemi. Se non si può cambiare, se non si pensa di poterlo fare, se non c’e’ fiducia, niente approccio creativo. E sì, ci vuole anche coraggio.

CORAGGIO, AMICHE E AMICI

Fiducia, coraggio: bei concetti, ma poi come si fa?

“Non si nasce con il coraggio: coraggiosi si diventa”

Dice Oscar Farinetti, Presidente di Unieuro e fondatore di Eataly in questa intervista.  Per lui, il coraggio lo abbiamo anche grazie agli amici:

“Stare insieme ti dà molto coraggio….L’amicizia e’ micidiale: riuscire a costruire una cosa insieme e’ una cosa meravigliosa, perche’ e’ un successo condiviso.. Io non ho mai fatto niente da solo”.

Fare insieme quindi: vale per le imprese come per gli artisti.

Diciamo che ci sono fondamentalmente due tipi di atti creativi. Diciamo che ci sono gesti per così dire “semplici” e altri più complessi . “Semplice” e’   la scrittura. Al Forum di Omegna mi ha molto colpito l’ammirazione  di un creativo a proposito di un manufatto in legno

“Lavori e in pochissimo tempo quello che avevi in mente lo realizzi”

Lampada e caffettiera hanno richiesto collaborazione strette per passare dall’idea al disegno al protipo alla produzione. Senza bravi costruttori, carpentieri e chissà chi altro niente S. Gaudenzio. Non si tratta di distinguere fra ideazione e realizzazione. E’ che il designer lavora insieme alla produzione, l’ascolta, ne riceve spunti e consigli..

Qui serve la collaborazione e ancora di più l’amicizia.

Se ascoltate questa musica cliccando qui magari ve ne innamorate: esprime emozioni e sentimenti lievi, delicati, allegri.

E’ un brano de “L’Arciduca”.  Beethoven lo compose per l’ amico, allievo e mecenate Arciduca Rodolfo.  Beethoven era un uomo dal carattere non facile. Ebbe grandi amici, che lo sostennero in una vita ricca e spesso dolorosa. L’Arciduca e’ stata composta da un uomo già afflitto dalla sordità: il grande pianista, il grandissimo compositore divenne sordo e continuò a vivere e comporre. Scrisse toccanti parole:

“O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me! Non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un’apparenza […] pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, che medici incompetenti hanno peggiorato”.

L’amicizia si vede del resto proprio in quei momenti lì. E la forza creativa, ci insegna Beethoven,  è anche tenacia.  Capacità di resistere agli inevitabili fallimenti e di ricominciare da capo quando si è sbagliato – come nella corsa

MA SERVE?

Ma, alla fine, perche’ avere un approccio creativo?

  1. E’ utile, ci aiuta a risolvere i problemi. Per questo la Natura ci ha fatti creativi: non saremmo altrimenti sopravvissuti come specie.  Le imprenditrici e gli imprenditori, chi lavora in autonomia e’ creativo  per definizione (Schumpeter). E’ quando ci si ferma che…
  2. E, poi, ci rende felici:

“Qualche volta mi sento utile a qualcuno, partecipe di qualche processo  collettivo.

Quando capita, avverto una sensazione di soddisfazione e compiacimento per aver favorito lo sviluppo di qualcosa grazie alla mia presenza, alle mie proposte, alla mia azione”.

Paolo Rizzi – Università Cattolica