A COSTO ZERO. Quando la vacanza e’ sostenibile (II parte)
Pubblicato: novembre 8, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, sostenibilità | Tags: sostenibilità, turismo 1 CommentoGreen e’ un’etichetta per tanti usi. In questo post cerchiamo di fare chiarezza e dare un esempio. Recentemente abbiamo approfondito il tema con alcuni studenti dell’Alberghiero Maggia. Una sintesi la trovate su prezi.com : chi vuole può scaricare e riutilizzare la presentazione, copiarla e modificarla. Sostenibilità e’ anche condividere, sharing.
ECO, NATURALE O GREEN ?
Tante le definizioni e le sigle. Qui semplifico e riduco a tre grandi categorie:
- turismo naturalistico
- eco-turismo
- turismo sostenibile
Faccio turismo naturalistico quando la natura e la cultura locale sono una delle motivazioni di base del mio viaggio. Una motivazione, non l’unica:
– in vacanza faccio sport nella natura. Breve escursioni o scalate di terzo grado stanno insieme qui dentro
– pratico il turismo dell’entroterra: in piccoli borghi, magari in agriturismo, visito il mulino…Si chiamo anche turismo rurale
– e altro ancora (sempre su prezi.com )
Eco turismo vuol dire vacanza in luoghi incontaminati, protetti, come il Parco Nazionale della Valgrande o il Parco Veglia Devero. In vacanza ci si impegna – turisti e fornitori di servizi – a mantenere incontaminato il luogo.
Sostenibile e’ il turismo che guarda al futuro.
L’abbiamo già detto nel post precedente qui.
Soddisfo i bisogni che oggi hanno i turisti e gli abitanti E lascio impregiudicate la possibilità delle generazioni future di fare altrettanto. E’ importante la E. Non e’ un ma, e’ una E.
Vuol dire: preservare le risorse naturali e culturali, aprendoci comunque a culture diverse. E distribuire i vantaggi a tutti, in modo equo. Lavoro; lavoro pagato. Servizi per la popolazione locale. E così via.
Il turismo sostenibile quindi lo posso fare anche a Milano. Meglio il Lago Maggiore, certo. Ma si può fare.
L’eco turismo a Milano, no.
Turismo naturalistico ed ecoturismo =prodotto turistico. Vuol dire: qualcuno vende qualcosa che altri desiderano acquistare. Individuo i bisogni dei turisti e metto insieme prodotti e servizi che li soddisfano.
Turismo sostenibile = processo= risposta a 3 bisogni. Dei turisti, delle “regioni” che li ospitano, del futuro.
I bisogni futuri degli abitanti del pianeta, dei cittadini di quella località turistica, dei turisti. Tutti quanti.
Per riassumere:
il turismo sostenibile e’ qualcosa che ciascuno si ritaglia onestamente a misura delle risorse ambientali e culturali che ha a disposizione e che vanno preservate.
UN ESEMPIO DI TURISMO SOSTENIBILE: MEETING E CONGRESSI “GREEN”
Un esempio concreto che abbiamo costruito e continuiamo a costruire. Si chiama
Lago Maggiore Green Meeting. In sintesi: abbiamo scritto delle regole da rispettare per ottenere un congresso, meeting, evento “sostenibile”.
Come? chiedo ai partecipanti di attendere all’aeroporto fino ad un massimo di 30 minuti. In questo modo riduco i transfer. Organizzandosi bene si riesce ad avere un solo autobus che va da Malpensa al Lago Maggiore.
Facile? Vediamo. Per questa esempio semplice semplice bisogna almeno:
1) CONOSCERE . Chi “compra” il convegno e soprattutto i singoli partecipanti devono essere informati e accettare la regola. Ci sono i megalattici, che di andare sul pulman con gli altri no grazie. Ci sono quelli abituati al cartello con il loro nome che li attende all’uscita dal gate di arrivo. E poi via con l’autista, che bello! Vanno informati e “convinti” o educati, se preferite.
Chi si occupa di voli e transfer deve a sua volta conoscere bene la regola e comportarsi di conseguenza.
2) ORGANIZZARE. Incastrare i voli di persone che arrivano da varie parti del mondo e ottenere tempi di attesa massimi di 30 minuti non e’ semplicissimo, richiede tempo ed energia
Una cosa facile e quasi scontata quindi richiede molta comunicazione, dettagliare inviti e programma, mail di verifica, contatti, attenzione. E collaborazione.
Lago Maggiore Green Meeting non e’ solo una serie di regole: e’ un gruppo di imprese, molte guidate da donne, che lavorano insieme per ottenere un evento sostenibile.
Chi fornisce il catering a km. 0. Chi organizza i “piccoli” eventi che caratterizzano il congresso: attività di gruppo dette anche team building, cene di gala, escursioni, momenti di relax etc. Chi offre le sale ed i servizi collegati. Gli alberghi. I trasporti via terra, acqua etc. La tipografia. La comunicazione. Eccetera eccetera. Chi si occupa di meeting e congressi sa quante persone ed imprese che fanno cose molto diverse siano coinvolti!
Il codice di comportamento di Lago Maggiore Green Meeting lo trovate su http://lagomaggioremeetingindustry.wordpress.com o www.illagomaggiore.com o prezi.com
I VANTAGGI
Molti. Ne riporto solo 3:
- meno pressione ambientale
- tutela delle risorse culturali. Imprenditrici ed imprenditori di Lago Maggiore Green Meeting si impegnano ad acquistare prodotti locali. Miele del Lago Maggiore anziche’ gadget made in Cina come omaggio. Danno informazioni sui “fattori” di attrattività naturale, artistica e culturale del luogo e promuovono azioni e interventi di responsabilità sociale a favore della comunità ospitante. Alcuni alberghi della filiera sono registrati EMAS, altri operatori fanno il bilancio sociale etc.
- vantaggi economici e sociali. Facciamo lavorare le imprese locali. Nasce qualche posto di lavoro qualificato in piu’. Il turismo congressuale allunga la stagione turistica: vuol dire contratti di lavoro piu’ lunghi, meno congestione etc….
MA E’ DAVVERO GREEN?
Alcuni spacciano per “green” cose che non lo sono: si chiama green washing. Si legge: fuorviare i consumatori, dire false verità, facendo apparire “green” cio’ che non lo e’. Ad esempio “CFC free” e’ una bufala, non green. La legge vieta i CFC. Punto. Comprereste qualcosa che e’ “colera free?” E un prodotto “tutto naturale”? Cosa vuol dire? Pieno di allegri germi patogeni? fatto di fango? Lasciamo stare. Due bei siti per saperne di piu’ sono http://www.stopgreenwash.org/criteria e http://sinsofgreenwashing.org/findings/the-seven-sins/index.html con l’elenco dei 7 peccati di chi fa green washing. Due li ho copiati qui.
Per non fare anche noi green washing, le imprese di Lago Maggiore Green Meeting si impegnano a fare un report finale al cliente e alla Camera di commercio, indicando cosa e’ stato fatto per rispettare le regole. Il report e’ unico ed e’ la somma di informazioni provenienti da tutte le imprese coinvolte. Specifica se il catering e’ stato a km 0, quali erano i prodotti locali (per categorie), in che percentuale erano presenti prodotti a km 0 sul totale dei prodotti offerti. The e caffe’ a km o ad esempio non li abbiamo. E cosi via.
Il 14 novembre a Stresa a “Donne per la sostenibilità” c’e’ un assaggio di green meeting.
Tutta la comunicazione e promozione dell’evento e’ esclusivamente on line. Anche le presentazioni e documenti sono su chiavette in cartone riciclato. Il resto, lo scoprite partecipando. Il programma e la scheda di iscrizione sono qui.
La prima parte del post e’ qui.
Turismo e arte: nasce il Coworking alla Città dell’Arte di Biella
Pubblicato: novembre 7, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, creatività e innovazione, lavoro, lavoro e famiglia, sostenibilità | Tags: co-working, collaborazione, conciliazione, creatività, impresa, lavoro autonomo, lavoro creativo Lascia un commentoFondazione Pistoletto ,Viaggi e Miraggi e Movimento Lento lanciano un progetto di coworking in uno spazio prestigioso: la Città dell’Arte creata a Biella dall’artista Michelangelo Pistoletto.
L’obiettivo è quello di condividere uno spazio lavorativo anche con professionisti e aziende attive nello slow tourism. Open day il 16 novembre: Cittadellarte-Fondazione Pistoletto – News.
A COSTO ZERO. Quando la vacanza e’ sostenibile (I parte)
Pubblicato: novembre 5, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, sostenibilità | Tags: costi aziendali, sostenibilità, turismo 2 commentiIn vacanza consumiamo di piu’.
Raddoppiamo il consumo di acqua, ad esempio. Un turista d’affari a un congresso produce mediamente il 75% di rifiuti solidi in piu’ che a casa propria. Altri dati sui congressi anche qui http://www.linkedin.com/groups/Reduce-waste-save-money–
Parleremo di questi temi il 14 novembre a Stresa: “DONNE PER LA SOSTENIBILITA’” e’ il titolo dell’evento, programma e iscrizioni qui. Questo e’ il primo di una serie di post sulla sostenibilità. Altri sono su Facebook: seguiteci anche lì.
Partiamo con il turismo sostenibile. Nei giorni scorsi ne abbiamo discusso con un gruppo di studentesse e studenti dell’IStituto Alberghiero Maggia http://www.alberghierostresa.it/. Alcune studentesse saranno con noi il 14 novembre: si occuperanno di accogliere gli ospiti e di illustrare gli aspetti green del convegno.
Perche’ si parla di turismo sostenibile? Io la chiamo la regola del cImenoerre: + C-R=0. Vediamola insieme.
Il turismo cresce o diminuisce?
C’e’ stata e c’è la crisi, sempre meno famiglie rinunciano alle vacanze: va male insomma. Invece no.
Il turismo ha ritmi di crescita costanti negli anni: parlo del turismo mondiale. Nel 2012 per la prima volta e’ stato superato il miliardo di arrivi. Sono aumentati anche i guadagni, le entrate. Chi va in vacanza? Quasi la metà degli arrivi e’ dai “paesi emergenti” – il 47% . E dove va? Il 52% in Europa, il 16% in America (nord e sud) e ben il 23% nei “paesi emergenti”. La graduatoria dei singoli paesi: stabile al primo posto la Francia, la nazione piu’ desiderata, al secondo posto la Spagna, terza la Cina. Sì, la Cina, comparsa in graduatoria solo negli ultimi anni. Seguono USA e Italia, che rimane ferma al 5^ posto, dopo essere scesa dal podio.
Aggiungiamo altri cambiamenti: i voli low cost hanno ridotto le distanze ed aumentato anche la percezione che viaggiare sia possibile. Aggiungiamo la crisi economico-finanziaria e il web. Internet permette di confrontare posti, costi, di cambiare idea fino all’ultimo minuto. Consigliati e aiutati da amici o sconosciuti che scrivono commenti, descrivono itinerari, pubblicano guide gratuite.
Si fanno vacanze piu’ brevi ma piu’ frequenti (tecnicamente short breaks). Soprattutto cambiano le motivazioni del viaggio:
“andare in vacanza e’ oggi un bisogno primario”
Melissa – III A – Istituto Alberghiero Maggia
Cresce la concorrenza, c’e’ una grande pressione competitiva: +C
Sempre piu’ persone vanno e vogliono andare in vacanza: piu’ clienti, + C
Che male c’è se il turismo continua a crescere?
Tutti dovremmo preoccuparci del futuro, perché là dobbiamo passare il resto della nostra vita
Charles Franklin Kettering
Usiamo oggi risorse che non saranno piu’ disponibili domani:
- risorse naturali (aria, acqua…)
- risorse culturali (il paesaggio, le tradizioni locali….)
Le usiamo in un modo dissennato: le consumiamo e poi non ci sono piu’. Inquiniamo aria e acqua, costruiamo ovunque e comunque, asfaltiamo strade bianche e campi, disboschiamopasseggiamo in centri dove troviamo negozi tutti uguali – Milano, Dublino, Venezia, potremmo essere dovunque. Qualcosa resterà.
Prima Il “buco nell’ozono”, poi l’effetto serra e il riscaldamento globale, oggi i costi dell’energia: cittadini e governi hanno iniziato a pensare che e’ impossibile proseguire su questa strada.
Quel che sprechiamo, distruggiamo, inquiniamo non ci sarà piu’. Non c’e’ piu’: – R
Chi può e deve fare qualcosa? Cosa davvero bisogna fare? Così nessuno e’ davvero responsabile: – R
Alla fine, la somma da’ un bello 0. Zero per noi, zero per chi verrà.
Cambiamo la regola
Il turismo sostenibile mette insieme due aspetti:
– l’attenzione all’uso ottimale delle risorse, ambientali e culturali. E l’attenzione alla distribuzione dei vantaggi socio-economici che dal turismo possono venire. Pensiamo alle aree molto povere: il turismo e’ sostenibile se il turismo aiuta una larga fetta della popolazione ad uscire dalla povertà, ad esempio.
– la necessità di adattarsi ai cambiamenti e ritagliarsi una fetta di mercato. Necessità che tocca sia le imprenditrici/imprenditori (alberghi, campeggi, agenzie di viaggio, ristoranti, centri sportivi etc. etc.) sia le destinazioni – vale a dire l’insieme della località geografiche, imprenditrici/imprenditori e tutti coloro che ci lavorano, tutte le risorse presenti (lago, montagna, musei, eventi culturali, accoglienza….) e l’immagine che hanno di questi luoghi i turisti.
“Il turismo ha un impatto significativo, ma e’ possibile fare in modo di ridurre o eliminare gli impatti negativi, aumentando quelli positivi”
Cambiamo la regola. +C-R= 0 può diventare +C+R=S:
+ C maggiore conoscenza
+ R riuso, riciclo, riduco il consumo
=
S sostenibilità ambientale, sociale, economica
Nella seconda parte del post, come può funzionare.
Arriva a Stresa il Giro d’Italia in rosa
Pubblicato: novembre 4, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, lavoro | Tags: impresa, lavoro autonomo, lavoro creativo, mettersi in proprio 6 commentiPer la prima volta il Giro d’Italia in rosa fa tappa a Stresa! Appuntamento il 14 NOVEMBRE per parlare di
DONNE e SOSTENIBILITA‘.
Imprenditrici e rappresentanti del sistema territoriale parleranno di sostenibilità e porteranno la propria esperienza su turismo, responsabilità sociale e cibo. Scarica qui il programma in pdf donne e sostenibilità .
Il filo conduttore del 6^ Giro d’Italia in rosa e’ il turismo. Per questo la tappa e’ organizzata da Comitato imprenditoria femminile e Camera di commercio in collaborazione con Lago Maggiore Meeting Industry e Lago Maggiore Green Meeting (le loro pagine web qui e qui).
Il Lago Maggiore per primo in Italia si è posto l’obiettivo di proporre meeting e congressi eco sostenibili, con il marchio Lago Maggiore Green Meeting. Insomma, il giro d’Italia in rosa a Stresa sarà anche un pò verde.
La partecipazione e’ a numero chiuso; per iscriverti:
Il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa si svolge ormai da anni. Quest’anno si parte da Napoli e poi via:, Monza, Stresa, Nuoro, Livorno, Brindisi, Trento, Forlì-Cesena e Latina saranno il teatro di eventi, incontri ed approfondimenti. Si parlerà di turismo e dei settori collegati come enogastronomia, made in Italy, artigianato. Focus sui dati piu’ aggiornati, sul rapporto tra imprenditoria femminile e turismo, sui trend della domanda e dell’offerta turistica, sulle nuove professionalità. La manifestazione e’ stata ideata da Unioncamere e dai Comitati per la promozione dell’Imprenditoria Femminile . I dettagli sulle altre tappe sono qui.
FINANZIAMENTI per imprese e occupazione femminile – domande entro il 30 novembre 2013
Pubblicato: ottobre 16, 2013 Archiviato in: azienda artigiana, finanziamenti, formazione, lavoro | Tags: assunzioni, formazione, impresa, inserimento lavorativo, selezione del personale, trovare lavoro Lascia un commentoFinanziamenti a fondo perduto per l’occupazione femminile | Dols Magazine.
Un caso? NO. Il 27 settembre a Omegna incontro con esperte antiviolenza
Pubblicato: settembre 24, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa Lascia un commentoCi sono cose che sfuggono alla nostra comprensione ed altre che forse non si possono capire: ma succedono lo stesso. La violenza. Come fare? Difendersi e’ nostro diritto. Difendere e difendersi e’ un dovere: per noi e i nostri figli.
Venerdì 27 alle 21 si affronta insieme questo tema in bliblioteca ad Omegna – via XI Settembre n. 9.
Saranno presenti le esperte dello Sportello Donna del VCO curato dalla cooperativa La BItta – qui contatti ed orari http://www.cooplabitta.it/bitta/bitta/donna.html
La foto di Luca Platania su Flicrk ritrae il progetto d’arte pubblica di Elina Chauvet, a cura di Francesca Guerisoli. Elina Chauvet ha raccolto a Ciudad Juárez, Messico, 33 paia di scarpe. Negli ultimi 10 anni centinaia e centinaia di donne sono state uccise o sono scomparse, vittime bianche, a Ciudad Juarez. I colpevoli? “Il caso fu presto chiuso” scriveva Roberto Bolano nel suo stupefacente 2666 – che trovate anche qui
La ricetta taglia costi
Pubblicato: settembre 3, 2013 Archiviato in: chi me l'ha fatto fare?, interviste | Tags: cambiamento, costi aziendali, flessibilità, impresa, mettersi in proprio 2 commentiCome si fa a tenere i costi sotto controllo? Come e cosa tagliare?
Tre imprenditrici ci raccontano, senza ipocrisie, la loro esperienza. Attenzione quindi: questo post potrebbe non piacervi.
Sono ben 3 le ricette che vi proponiamo, non una sola.
1. Menu’ classico: faccio meglio quel che so fare bene, faccio fare ad altri il resto.
Questa ricetta è in tutti i manuali, pardon ricettari: ci sarà un perchè! Si chiama anche innovazione + outsourcing: vediamo come funziona in pratica.
Ce lo racconta Sara Erba, industriale del settore moda.
“Controllare i costi è un impegno delicato, non basta tagliare, bisogna tenere conto di mille sfumature ed equilibri per non perdere qualità e flessibilità.
Gli interventi sono diversi a seconda che si tocchi la produzione o l’amministrazione&gestione.
In produzione non posso agire più di tanto sui costi del personale. Abbiamo decine e decine di lavorazioni, solo alcune standardizzate: e’ necessaria una conoscenza approfondita sia dei materiali che del processo produttivo . Quando ci siamo rivolti a lavoratori con contratti a tempo determinato o agenzie interinali il risultato è stato pessimo.
Ciò che facciamo è cercare di rendere più snelle le lavorazioni introducendo sempre nuovi strumenti, macchinari, procedure produttive e di controllo dei flussi interni dei magazzini.
E’ paradossale: spendiamo x spendere meno.
Potremmo ridurre i costi facendo fare da altri, in outsourcing, alcune lavorazioni, ma i costi di trasporto arrivano ad incidere notevolmente. Inoltre siamo specializzati in collezioni personalizzate medio/piccole, affidarci all’esterno e’ spesso antieconomico.
Nell’amministrazione invece un’interessante riduzione dei costi è stata fatta dando in outsourcing la contabilità, la gestione del personale, le manutenzioni etc. e snellendo il più possibile struttura e procedure.”
Quella di Sara e’ una realtà tipica del made in Italy. Qualità elevata, assicurata soprattutto dal “sapere fare” di alcune persone. E’ un’azienda di piccole dimensioni, una decina i dipendenti: eppure anche qui e’ possibile innovare prodotti e processi e tagliare quei costi che non riguardano il “cuore” dell’impresa.
2. Cucina fusion: domanda flessibile, risposta flessibile, lavoro flessibile.
Certi piatti son così: si prendono cose che esistono e si combinano, cercando nuovi equilibri.
Ad esempio, anziche’ tagliare i costi , si trasformano: da costi
“fissi”a costi “variabili”.
Sono fissi i costi che dobbiamo sostenere anche se non abbiamo clienti. L’affitto, ad esempio, e’ un costo che non dipende dalla quantità prodotta. Altri costi variano a seconda di quanto produciamo: produciamo tot. marmellata, abbiamo un costo xy per frutta e zucchero. Piu’ marmellata, piu’ frutta e zucchero… (per le puriste/i : sì, l’aumento-diminuzione dei costi variabili non e’ necessariamente proporzionale al variare della quantità prodotta, tutte le economie di scala riducono sensibilmente l’incidenza di certi costi etc.).
Elisabetta Grassi, imprenditrice del turismo, ha necessità di collaboratori altamente qualificati e “fidelizzati” (anche selezione e formazione del personale sono un costo) e l’esigenza di non avere a busta paga troppo personale quando ci sono meno clienti.
“Nell’alberghiero il numero dei lavoratori aumenta in modo direttamente proporzionale al numero dei clienti. Che purtroppo sempre piu’ spesso prenotano all’ultimo momento.
Uno dei modi più efficaci per ridurre i costi in questo momento è quindi avere meno lavoratori a contratto, anche stagionali, e usare i famosi vouchers, che permettono elevata flessibilità.
Abbiamo sempre messo al primo posto la professionalità dei collaboratori, garanzia di servizio ad alto livello, con contratti a tempo indeterminato per chiunque meritasse il giusto riconoscimento per professionalità e fedeltà.
La nostra sensibilità non è cambiata, nel senso che riteniamo i collaboratori importanti tanto quanto un’ottima struttura. Purtroppo però le modalità sono necessariamente cambiate.
Oggi preferiamo premiare i dipendenti non con contratti a tempo indeterminato, ma in termini di retribuzioni. Alla fine il costo non diminuisce di molto, ma la flessibilità sì e in questo momento la flessibilità è una variabile fondamentale.
E’ chiaro poi che in un momento di incertezza come questo i nostri budget vengono tenuti sotto controllo a brevissimo periodo, così come il magazzino e le previsioni di fatturato. Siamo così passati a budget e rendicontazioni mensili invece che semestrali.”
3.Cucina molecolare: quel che conta e’ il risultato
Daniela De Angelis, è imprenditrice in un settore particolare, il marketing operativo. Si occupa proprio di questi servizi che, come ci ha detto Sara al punto 1, le imprese esternalizzano.
“Io ho ragionato sull’efficienza e sulla produttività, investendo in strumenti e formazione.
I nostri collaboratori non sono misurati a ore ma a performance e come tale sono remunerati. Sono stati introdotti elementi di flessibilità significativi.
Per contro l’azienda investe in formazione, coinvolge le risorse direttamente sui progetti del cliente e sul budget delle commesse. Un altro elemento positivo per l’efficienza e la produttività e’ stare vicino alle persone, per coinvolgerle, motivarle ed incentivarle.
Tutti stiamo soffrendo i contratti di lavoro di vecchia concezione. Lo dimostrano i numeri degli interinali e il successo dei voucher.
Di fatto i contratti lunghi da parte dei clienti non esistono più, e quindi i costi di contratti a tempo indeterminato non sono sostenibili né si giustificano nei mercati.
Non ci sono ricette, ma ci vuole coraggio e innovare le regole. Si deve ragionare per commessa.
I servizi come manutenzione, amministrazione, IT , sempre più vengono esternalizzati dalle aziende. Ma si tratta di commesse a termine: creano lavoro, ma lavoro che deve avere la stessa logica”
E se al caffe’ i conti non tornano? – una postilla.
Le scelte di queste imprenditrici sono comprensibili e razionali e tengono conto delle persone che lavorano con e per loro. Tra l’altro tutte e tre si sono messe in gioco, dicendo cose anche “antipatiche”: anche per questo le ringrazio. Le loro ricette sono un mix di ingredienti adatti al loro specifico settore, alle caratteristiche della loro organizzazione e ad uno scenario di incertezza e cambiamento..
Flessibilità e’ una delle parole pìu’ usate.
E questo mi ha fatto pensare che
quello che e’ razionale per il singolo individuo e’, forse, irrazionale per il sistema.
Se passiamo dalla singola impresa a un livello piu’ generale, maggiiore flessibilità significa anche meno soldi da spendere/investire e quindi, ad esempio, meno consumi (alcune analisi economiche dicono che in Italia negli ultimi anni e’ andata così). E’ piu’ difficile per i singoli immaginare il proprio futuro – e non poter vedere un futuro ha riflessi anche sull’economia. E può portare a maggiore disuguaglianza, cioe’, indipendentemente dal sistema di valori cui ciascuna/o di noi fa riferimento, problemi socio-economici da gestire.
la foto di LALI MASRIERA su flickrUna riflessione, la mia, sui paradossi dell’economia, su come sia difficile trovare le soluzioni (e a volte, persino dirle!).
Cosa c’è alla fine del mondo?
Pubblicato: agosto 26, 2013 Archiviato in: Aprire un'impresa, chi me l'ha fatto fare?, creatività e innovazione | Tags: cambiamento, casa propria, tempo Lascia un commentoUNA POESIA
Ci vuole, ogni tanto. E chi si aspettava folgori e lampi, non sia deluso.
Il giorno della fine del mondo – di Czesław Miłosz
Il giorno della fine del mondo
L’ape gira sul fiore del nasturzio,
il pescatore ripara la rete luccicante.
Nel mare saltano allegri delfini,
Giovani passeri si appoggiano alle grondaie
E il serpente ha la pelle dorata che ci si aspetta.
Il giorno della fine del mondo
Le donne vanno per i campi sotto l’ombrello,
L’ubriaco si…………………..
Per sapere cosa c’è alla fine del mondo e gustarvi la bella versione video guardate farsi leggere , il sorprendente blog di Francesco Vignotto, che parla di comunicazione, web, filosofia, scienza..
Tantissime belle foto di peasap su http://www.flickr.com/photos/peasap/